C’è un forte collegamento tra la respirazione e la attività cardiaca. Come ben sanno quelle persone di mezza età che si sentono il cuore battere forte e il respiro farsi rapido e irregolare, dopo aver salito una scala che da giovani avrebbero superato di corsa senza risentirne, un respiro breve non è indice di una buona condizione fisica. Né è indizio di compostezza mentale, poiché il respiro breve si accompagna alla paura, alla nevrosi e ad alcuni disturbi più seri.
In primo luogo, una respirazione lenta e profonda alleggerisce il carico che il cuore deve sostenere. Il cuore pompa in tutte le parti del corpo il sangue, portatore dell’ossigeno raccolto nei polmoni. Quando la respirazione è veloce, come accade spesso dopo un esercizio fisico, il cuore è costretto a pulsare più in fretta per adempiere alla sua funzione. Il che significa che in condizioni di respirazione rapida, il cuore deve lavorare più duramente del solito.
D’altra parte, quando la respirazione è lenta e profonda, il cuore può compiere il suo lavoro con uno sforzo minore. Per capire meglio il processo, bisogna, però, conoscere qualcosa in più sulle funzioni del cuore stesso.
Sistema nervoso autonomo: simpatico e parasimpatico
Il cuore è controllato dal sistema nervoso autonomo, costituito dai sistemi nervosi simpatico e parasimpatico, che lavorano in opposizione l’uno all’altro. Quando è eccitato il simpatico, il cuore batte più rapidamente e la velocità delle pulsazioni aumenta; i nervi parasimpatici hanno, all’opposto, l’effetto di diminuire il battito cardiaco e la velocità delle pulsazioni.
Finché si mantiene un equilibrio fra le attività dei due sistemi non sorgono problemi. Quando in risposta a un qualche stimolo anormale il simpatico rimane in uno stato di eccitazione, il cuore continua a lavorare di più. Quindi, il carico che deve sopportare aumenta. Per quanto si desideri di poter rallentare il cuore quando è soggetto a un superlavoro, ciò non è possibile, poiché il suo battito è regolato dal sistema nervoso autonomo, che sfugge al controllo cosciente.
Attività cardiaca e controllo della respirazione
Il controllo della respirazione, tuttavia, ha un effetto notevole sull’ attività cardiaca. Si dice, per esempio, che gli esercizi yoga per il controllo della respirazione riescano a fermarlo completamente. Si tratta, in realtà, di una forte riduzione della pressione sanguigna e di un notevolissimo alleggerimento delle funzioni cardiache, determinato da una respirazione molto lenta. Solo yogi di grande esperienza possono raggiungere questo effetto. Qui lo citiamo solo perché rende evidente il tipo di risultato che il controllo della respirazione può avere. Dimostra così a chi legge, come le sue ore di viaggio possono essere valorizzate praticando esercizi di respirazione sul treno o sull’autobus.
Le persone nevrotiche talvolta si lamentano, perché, quando hanno paura di essere in ritardo, timbrato il cartellino e raggiunta la scrivania, sono in uno stato di sconvolgimento caratterizzato da una respirazione rapida, difficile e da un ritmo più elevato di pulsazioni. Non v’è dubbio che questa condizione si sia instaurata proprio lungo la strada per raggiungere il posto di lavoro. Avrebbero speso di gran lunga meglio il loro tempo se l’avessero utilizzato per esercitare il controllo sulla propria respirazione e calmarsi.
(fonti: “Meditazione Zen come terapia” di Tomio Hirai)
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*Nota del redattore: le informazioni contenute in questo articolo sono destinate esclusivamente all’uso didattico e non sostituiscono la consulenza, la diagnosi o il trattamento di un medico professionista. Rivolgetevi sempre al vostro medico o ad altri operatori sanitari qualificati per qualsiasi domanda relativa a una condizione medica e prima di intraprendere qualsiasi dieta, integratore, programma di fitness o altri programmi di salute.