Il Dharma è lo scopo unico della nostra vita. È il processo attraverso il quale utilizziamo le nostre capacità e passioni uniche per servire la nostra comunità e il mondo.
Legge morale del mondo
L’induismo descrive il dharma come la legge naturale universale la cui osservanza permette all’uomo di essere contento e felice e di salvarsi dal degrado e dalla sofferenza. Il dharma è la legge morale combinata con la disciplina spirituale che guida la vita di una persona. Gli indù considerano il dharma il fondamento stesso della vita. Significa “ciò che regge” le persone di questo mondo e l’intera creazione. Il dharma è la “legge dell’essere” senza la quale le cose non possono esistere.
Secondo le Scritture
Il dharma si riferisce all’etica religiosa proposta dai guru indù nelle antiche scritture indiane. Tulsidas, autore di Ramcharitmanas, ha definito la radice del dharma come compassione. Questo principio è stato ripreso dal Buddha nel suo immortale libro di grande saggezza, il Dhammapada.
L’Atharva Veda descrive il dharma in modo simbolico: Prithivim dharmana dhritam, cioè “questo mondo è sostenuto dal dharma”.
Buon Dharma = Buon Karma
L’Induismo accetta il concetto di reincarnazione e ciò che determina lo stato di un individuo nell’esistenza successiva è il karma, che si riferisce alle azioni intraprese dal corpo e dalla mente. Per ottenere un buon karma, è importante vivere la vita secondo il dharma, ciò che è giusto. Ciò implica fare ciò che è giusto per l’individuo, la famiglia, la classe o la casta e anche per l’universo stesso.
Il dharma è come una norma cosmica e se si va contro la norma, si può generare un karma negativo. Quindi, il dharma influisce sul futuro in base al karma accumulato. Pertanto, il proprio percorso dharmico nella prossima vita è quello necessario per portare a compimento tutti i risultati del karma passato.
Cosa ci rende dharmici?
Tutto ciò che aiuta un essere umano a raggiungere Dio è dharma e tutto ciò che impedisce a un essere umano di raggiungere Dio è adharma. Secondo il Bhagavat Purana, la vita giusta o la vita sul sentiero dharmico ha quattro aspetti:
- austerità (tap),
- purezza (shauch),
- compassione (daya) e
- veridicità (satya);
La vita adharmica o non giusta ha tre vizi:
- orgoglio (ahankar),
- contatto (sangh) e
- intossicazione (madya).
L’essenza dharmica consiste nel possedere una certa abilità, potere e forza spirituale. La forza dell’essere dharmico risiede anche nella combinazione unica di brillantezza spirituale e abilità fisica.
Le 10 regole del Dharma
La Manusmriti, scritta dall’antico saggio Manu, prescrive 10 regole essenziali per l’osservanza del dharma:
- pazienza (dhriti),
- perdono (kshama),
- pietà o autocontrollo (dama),
- onestà (asteya),
- santità (shauch),
- controllo dei sensi (indraiya-nigrah),
- ragione (dhi),
- conoscenza o apprendimento (vidya),
- veridicità (satya) e
- assenza di rabbia (krodha).
Manu scrive inoltre:
“La non violenza, la verità, la non violenza, la purezza del corpo e della mente, il controllo dei sensi sono l’essenza del dharma”.
Pertanto le leggi dharmiche non governano solo l’individuo ma tutta la società.
Lo scopo del Dharma
Lo scopo del dharma non è solo quello di raggiungere l’unione dell’anima con la realtà suprema, ma suggerisce anche un codice di condotta volto ad assicurare sia le gioie terrene che la felicità suprema. Rishi Kanda lo ha definito nel Vaisesika come “ciò che conferisce le gioie terrene e conduce alla felicità suprema”.
L’Induismo è la religione che suggerisce metodi per raggiungere l’ideale più alto e la beatitudine eterna qui e ora sulla terra e non in qualche luogo del cielo. La pratica del dharma dà un’esperienza di pace, gioia, forza e tranquillità dentro di sé e rende la vita disciplinata.
Il potere dell’intenzione
Essere in grado di esplorare i nostri desideri più profondi con consapevolezza, trovare la nostra intenzione più autentica è fondamentale per manifestare la vita che vogliamo, e alla quale “siamo destinati”.
Dopo la meditazione, poniamo a noi le seguenti domande:
Chi sono?
Cosa voglio?
Come posso servire?
Ascoltare, onestamente e con umiltà, i semi del desiderio che sorgono mentre poniamo queste domande diventerà l’ancoraggio per vivere con intenzione. Impariamo cosi a chiedere e a coltivare le qualità nella nostra vita che ci renderanno più felici, più sani e più connessi agli altri.
Nelle Upanishad, uno dei grandi testi indiani, c’è una frase che dice:
Tu sei ciò che è il tuo desiderio più profondo,
Come è il tuo desiderio, così è il tuo intento,
Come è il tuo intento, così è la tua volontà,
Come è la tua volontà, così è la tua azione,
Come è la tua azione, così è il tuo destino.
Ecco una serie di percorsi che possono aiutarti a coltivare questa parte fondamentale della tua natura. Esplora quelle che ti sembrano più adatte a TE:
- Mindfulness, Meditazione e il Movimento: impara a stare in TE
- Your 14 days habit: Impara a coltivare una pratica meditativa in 14 giorni.
- Your Day Starter: Crea un’abitudine
- Your inspiration board: Permetti all’intuizione di scegliere la pratica adatta a TE
*Nota del redattore: le informazioni contenute in questo articolo sono destinate esclusivamente all’uso didattico e non sostituiscono la consulenza, la diagnosi o il trattamento di un medico professionista. Rivolgetevi sempre al vostro medico o ad altri operatori sanitari qualificati per qualsiasi domanda relativa a una condizione medica e prima di intraprendere qualsiasi dieta, integratore, programma di fitness o altri programmi di salute.