Circa 2.600 anni fa, quando Siddharta Gautama (il futuro Buddha) si sedette sotto l’albero della bodhi, il suo proposito era di realizzare la sua vera natura. Siddharta aveva un profondo interesse per la verità e le domande “Chi sono io?” e “Che cos’è la realtà?” lo spinsero a guardare ancora più profondamente dentro di sé e a fare luce sulla propria consapevolezza.
Come ci ricorda una storia zen, questo tipo di indagine non è un’esplorazione analitica o teorica. Un giorno un novizio chiede all’abate del monastero: “Cosa succede dopo la morte?”. Il venerabile vecchio monaco risponde: “Non lo so”. Deluso, il novizio dice: “Ma pensavo che lei fosse un monaco zen”. “Lo sono, ma non morto!”. Le domande più potenti dirigono la nostra attenzione verso questo momento.
Conoscere se stessi
Per praticare questo tipo di auto-indagine ispirata dal Buddha, possiamo acquietare la mente e chiedere: “Chi sono io?” o “Chi è consapevole in questo momento?” o “Chi sta ascoltando?”. Poi possiamo guardare delicatamente indietro nella consapevolezza per vedere cosa è vero. Alla fine, scopriamo che non c’è modo per la mente di rispondere alla domanda: non c’è nessuna “cosa” da vedere o sentire.
Il punto è semplicemente guardare e poi lasciarsi andare nel nulla che è qui. La domanda “Chi sono io?” ha lo scopo di dissolvere il senso di ricerca.
Tuttavia, come si può scoprire, non è quello che succede subito. In primo luogo, troviamo ogni sorta di cose che pensiamo di essere, tutti i nostri schemi di emozioni e pensieri, i nostri ricordi, le storie su chi pensiamo di essere.
La nostra attenzione continua a fissarsi su elementi in primo piano. Forse abbiamo contattato una sensazione. Ma continuiamo a chiedere. Chiediamo: “Chi sta provando questo?”, oppure “Chi è consapevole di questo?”. E più chiediamo, meno troviamo su cui atterrare. Alla fine, le domande ci portano al silenzio: non ci sono più passi indietro. Non possiamo rispondere.
Le tre qualità della consapevolezza
1. Vuoto
La scoperta del nulla, secondo gli insegnamenti del buddismo tibetano, è “il vedere supremo”. Rivela la prima qualità fondamentale della consapevolezza: il vuoto o l’apertura. La consapevolezza è priva di qualsiasi forma, di qualsiasi centro o confine, di qualsiasi proprietario o sé intrinseco, di qualsiasi solidità.
2. Risveglio
Tuttavia, la nostra indagine rivela anche che, pur essendo vuota di “cose”, la consapevolezza è viva con la veglia, una luminosità di conoscenza continua. Rumi la mette in questi termini: “Stai guardando la luce con i suoi occhi senza età”. Suoni, forme, colori e sensazioni vengono riconosciuti spontaneamente. L’intero fiume dell’esperienza è ricevuto e conosciuto dalla consapevolezza. Questa è la seconda qualità fondamentale della consapevolezza: il risveglio o cognizione.
3. Amore incondizionato
Se ci lasciamo andare e riposiamo in questa apertura di veglia, scopriamo come la consapevolezza si relaziona con la forma. Quando ci viene in mente qualcosa – una persona, una situazione, un’emozione – la risposta spontanea è il calore o la tenerezza. Questa è la terza qualità della consapevolezza: l’espressione dell’amore incondizionato o della compassione. I buddisti tibetani la chiamano “capacità incondizionata di consapevolezza” e comprende la gioia, l’apprezzamento e le molte altre qualità del cuore.
Quando Siddharta guardò nella propria mente, realizzò la bellezza e la bontà della sua natura essenziale e fu libero. Le tre qualità fondamentali del nostro essere – l’apertura/empatia, la veglia e l’amore – sono sempre qui.
A poco a poco, anche noi possiamo renderci conto che questa consapevolezza sveglia e tenera è più vicina a ciò che veramente siamo rispetto a qualsiasi storia che abbiamo generato su di noi. Più che un umano in cammino spirituale, siamo lo spirito che scopre se stesso attraverso un’incarnazione umana. Quando arriviamo a comprendere e a fidarci di questo, la nostra vita si riempie di grazia crescente.
Scopri le nostre proposte QUI.
Ecco una serie di percorsi che possono aiutarti a coltivare questa parte fondamentale della tua natura. Esplora quelle che ti sembrano più adatte a TE: