CorpoMovimento

Meditazione Zen attraverso il controllo del corpo in ogni situazione

Stare in piedi è un atteggiamento più attivo delle altre posture (seduta o coricata). Probabilmente qualche lettore dubiterà che sia possibile applicare la meditazione Zen attraverso il controllo del corpo alla posizione eretta. In effetti, nella vita moderna tutti dobbiamo stare in piedi e soffriamo di dovervi stare troppo. In misura tale che sarebbe benvenuto un metodo di controllo del corpo in grado di trasformare la sofferenza dello stare in piedi in qualcosa di positivo.

Per esempio, chi non sarebbe contento di sapere come utilizzare vantaggiosamente il tempo buttato via nell’attesa dell’autobus che non arriva o di una persona con cui si ha un appuntamento e che è in ritardo? Si può scoprire molto sulle condizioni mentali e fisiche di una persona, dal modo in cui sta in piedi.

Chi fa la coda per comprare i biglietti della partita allo stadio manifesta la sua impazienza appoggiandosi ora su un piedi ora sull’altro con irrequietezza. Chi non si sente bene tende ad appoggiarsi a qualcosa o a piegarsi in avanti. Il parlamentare in disaccordo con la mozione che sta passando salta in piedi, allunga il collo e agita il braccio con rabbia finché il presidente dell’assemblea non si accorge di lui.

La stabilità fisica ed emozionale trova espressione in una postura eretta stabile.

Il mio sistema per sviluppare una stabilità che consenta di rimanere in piedi per lunghi periodi senza stancarsi, comporta due elementi: l’equilibrio del piano e la capacità di utilizzare la flessibilità delle ginocchia per controbilanciare qualunque movimento si verifichi nell’inclinazione del piano su cui ci si trova. E’ essenziale sviluppare una coscienza del piano dl‘appoggio ed essere sempre coscienti del fatto che può vibrare o inclinarsi.

Coscienza del piano

Stare in piedi è il modo migliore per acquisire questa coscienza. Quando si è seduti, in aeroplano o in treno, si è molto meno coscienti del piano in cui ci si trova. Se siete consapevoli del piano, quando esso si inclina o vibra, potete aggiustare la posizione delle gambe e delle vertebre in modo che il peso del corpo vi cada sempre perpendicolarmente. Per esempio, su un veicolo ne assecondate il movimento piegando il ginocchio destro o il sinistro.

In autobus, malgrado le persone intorno a voi possano piegarsi o cadere, rimanete stabili, perché il vostro corpo conserva la relazione corretta con il piano su cui appoggia. E’ questa la chiave per la stabilità in tutte le posizioni in piedi. Mantenere la relazione corretta con il piano su cui il corpo appoggia e uniformarsi ai suoi possibili movimenti sono i fattori che consentono di rimanere in piedi per ore senza stancarsi.

Per coltivare questa sensibilità: esercizio pratico per il controllo del corpo

Pensate che le vostre gambe siano delle molle, e le piante dei piedi siano di spugna. Le vostre braccia debbono pendere rilassate lungo i fianchi come i pesi dei vecchi orologi a cucu. Le dita dovrebbero toccare appena appena le cosce. Il risultato naturale di questa situazione sarà che le spalle si troveranno automaticamente in una posizione confortevole, mentre testa e collo rimarranno stabili e non saranno influenzati dai movimenti delle ginocchia. Lo sguardo deve cadere un paio di metri avanti a voi. Immaginare le gambe come molle può essere inizialmente difficile, ma è sufficiente seguire alcune semplici istruzioni.

Piegate le ginocchia leggermente, in modo da rilassarle. Allargate a poco le gambe; ondeggiate i fianchi leggermente avanti e indietro. In questo modo le vostre gambe funzionano come molle che possono venire equilibrate grazie a leggeri movimenti delle braccia che pendono, come già detto, ai fianchi come i pesi di un orologio.

Seguendo queste istruzioni svilupperete una leggerezza e una flessibilità che vi consentiranno sia di mantenere l’equilibrio su un veicolo in movimento sia di rimanere in piedi a lungo senza stancarvi. E’ interessante notare come questa stessa posizione sia utilizzata in molte arti marziali giapponesi, in particolare nel kendo e nel judo.

Fonti: “Meditazione Zen come terapia” di Tomio Hirai

 

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*Nota del redattore: le informazioni contenute in questo articolo sono destinate esclusivamente all’uso didattico e non sostituiscono la consulenza, la diagnosi o il trattamento di un medico professionista. Rivolgetevi sempre al vostro medico o ad altri operatori sanitari qualificati per qualsiasi domanda relativa a una condizione medica e prima di intraprendere qualsiasi dieta, integratore, programma di fitness o altri programmi di salute.

 

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