Se veniamo assaliti da ansia o depressione è perché le nostre convinzioni irrazionali hanno la meglio su quelle razionali. Quindi se falliamo un esame è una catastrofe e non valiamo nulla, invece di ritenere che abbiamo fallito questa volta e che sebbene la cosa possa dispiacere, non vuol dire che siamo degli inetti. E soprattutto abbiamo sempre la possibilità di rifarci.
Non sono gli eventi a causare il disagio emotivo, ma il modo in cui li interpretiamo!
Queste idee irrazionali sono tutte riconducibili a quelle che Ellis definisce doverizzazioni che possono riguardare noi stessi (“Devo essere sempre infallibile e fare tutto al meglio“), gli altri (“Devono sempre rispondere alle mie aspettative“) e il mondo (“La vita deve essere sempre piacevole e non deve mai riservarmi brutte sorprese“).
Se individuiamo questi pensieri assoluti e irrealistici che lavorano contro di noi e li eliminiamo in favore di pensieri più adeguati alla situazione anche le conseguenze emotive rientreranno nella normalità. Se il partner ci abbandona, c’è una bella differenza fra l’essere dispiaciuti, ma consapevoli che la vita continua e l’essere distrutti e depressi pensando che siamo destinati a restare soli per sempre.
A livello teorico sembra tutto molto facile. Capisco che sono depresso perché ho dei pensieri irrazionali, li modifico in modo razionale e diventerò magicamente dispiaciuto e nulla più.
La realtà è molto più complessa e anche la RET, come ogni psicoterapia, richiede impegno e sacrificio. E soprattutto non si limita a un mero esercizio intellettuale. Essa comprende invece l’utilizzo di tecniche di tipo cognitivo, emotivo e comportamentale.
Terapia Razionale Emotiva e convinzioni irrazionali
Voglio concentrarmi sulla disputa delle convinzioni irrazionali, sul modo cioè di individuarle e verificarne l’irrealtà ponendosi una serie di domande che prendono spunto dal metodo scientifico.
Prima di illustrare questo metodo è necessaria un’importante premessa. Perché un evento possa causare disturbi emotivi, esso deve frustrare qualche obiettivo che noi riteniamo importante raggiungere. Mi spiego meglio. Se non veniamo selezionati per un lavoro che per noi sarebbe stato solo un ripiego, probabilmente non ci dispiacerà più di tanto. Mentre se verremo scartati per l’impiego che abbiamo sempre desiderato ne saremo distrutti.
In modo analogo se veniamo abbandonati da un partner occasionale, che era più un passatempo che altro, forse ne saremo dispiaciuti, ma la cosa non ci sconvolgerà più di tanto. Al contrario se pensiamo di aver trovato la compagna della vita, la persona con cui è fantastico stare e lei ci lascia, allora ne saremo profondamente amareggiati.
Noi tutti ci poniamo degli obiettivi nella vita che desideriamo raggiungere. Come avere un buon lavoro, stare in salute, essere circondati da persone che ci stimano, trovare un compagno o una compagna, ecc. Naturalmente non è facile ottenere ciò che vogliamo e se qualcosa ci impedisce il raggiungimento di questi obiettivi ci sentiremo frustrati. Se la nostra tolleranza alla frustrazione è alta accetteremo di buon grado questi insuccessi, ne saremo dispiaciuti, ma i pensieri su quanto è successo saranno razionali e ci consentiranno di agire al meglio per perseguire questi obiettivi.
Se la nostra tolleranza alla frustrazione è invece bassa, vedremo ogni impedimento al conseguimento dei nostri obiettivi come un disastro. I nostri pensieri al riguardo saranno irrazionali e le emozioni che ne deriveranno saranno dannose, come ansia e depressione.
RET: Quali sono le nostre convinzioni irrazionali?
Ma veniamo alla disputa, forse la più interessante fra le tecniche cognitive utilizzate nella RET.
Prima di tutto dobbiamo individuare quali sono le nostre convinzioni irrazionali su un determinato avvenimento. Per fare questo è necessario annotare su un apposito diario, specialmente nelle prime fasi della terapia, tutti i nostri pensieri sul fatto in questione, sia quelli razionali, sia quelli irrazionali che vanno modificati.
Se ad esempio veniamo rifiutati da una persona che ci piace e che reputiamo importante potremmo pensare che per questo siamo persone cattive, indegne di essere amate, che siamo degli inetti, perché sicuramente abbiamo fatto qualcosa di sbagliato che ha fatto allontanare questa persona, che il mondo è ingiusto perché le cose non vanno mai come dovrebbero e che è un disastro non ricevere l’approvazione delle persone per noi importanti.
Una volta individuati questi pensieri che ci causano malessere dobbiamo sfidarli uno ad uno per dimostrarne l’inconsistenza.
Analizziamo ad esempio la convinzione irrazionale che se non riceviamo l’approvazione delle persone per noi importanti è una catastrofe. Questo pensiero è realistico e concreto?
No, perché non è indispensabile ricevere l’approvazione delle persone a cui teniamo, anzi è più probabile che molti di loro non ce la diano. Ciò inoltre può essere spiacevole, ma non terribile o catastrofico. Questo pensiero è logico?
No, perché se considero alcune persone importanti questo non vuol dire che queste debbano necessariamente approvarmi e anche se può dare fastidio non significa che per questo la mia vita sarà disastrosa. Come dice Ellis se qualcuno non contraccambia il nostro amore non è detto che la cosa sia negativa. Questi avrebbe potuto volerci bene all’inizio per poi lasciarci o umiliarci. Questo pensiero è flessibile?
Tutt’altro, perché implica che tutte le persone per noi importanti debbano sempre e comunque approvarci.
Questo pensiero può essere contestato?
Senz’altro! Il fatto che le persone per noi importanti disapprovino le nostre azioni non rende la vita meno desiderabile. Questo pensiero prova che meritiamo qualcosa?
Non si può provare che se ci comportiamo bene nei confronti di qualcuno questo debba obbligatoriamente approvare il nostro operato e premiarci. La convinzione che le cose ci siano dovute non è verificabile. Questo pensiero dimostra che agiremo sempre al meglio e che otterremo buoni risultati facendone il nostro principio guida?
No, è proprio il contrario. Se anche ci sforzassimo al massimo per ottenere l’approvazione degli altri questa potrebbe non esserci, se addirittura pensiamo che questi debbano amarci, andremo probabilmente incontro a una depressione. Se pensiamo che le persone per noi importanti debbano sempre e comunque approvare il nostro operato difficilmente riusciremo ad agire in modo da ottenere tale approvazione e finiremo per odiare noi stessi, loro e il mondo intero, poichè non si comportano come dovrebbero.
Creare nuovo pensiero razionale
Dopo tale dibattito interiore sarà difficile pensare ancora che non ricevere l’approvazione delle persone per noi importanti sia una catastrofe, almeno a livello cognitivo. Perché probabilmente, per quanto siamo consapevoli dell’irrealtà di questo pensiero, in fondo continuiamo a crederci, o perché non abbiamo affrontato la disputa con sufficiente convinzione o perché siamo riusciti a cambiare il pensiero, ma non i sentimenti ad esso connessi.
Sarà necessario ripetersi più volte il nuovo pensiero razionale al quale siamo giunti per farlo veramente nostro. Dispiace essere rifiutati da una persona importante, ma non per questo si tratta della fine del mondo. Può darsi che occorra procedere nuovamente alla disputa, sfidando i pensieri irrazionali con maggiore determinazione oppure che si debba ricorrere ad altre tecniche emotive o comportamentali.
Secondo Ellis ogni volta che vi sentite turbati da ansia, depressione, autocommiserazione o che agite contro i vostri interessi evitando qualcosa che dovreste fare e facendo invece qualcosa che sarebbe meglio evitare, è perché state pensando in modo ascientifico.
Pensare in modo ascientifico: che vuol dire?
- Questi pensieri non scientifici sono solitamente non realistici e negano i fatti della vita. (“Se sono gentile con gli altri essi mi ameranno e mi tratteranno bene“).
- Illogici e contraddittori. (“Tu mi devi amare perché io lo desidero“).
- Non si possono ne’ dimostrare ne’ confutare. (“Poiché ho fatto del male sono condannato alla dannazione eterna“, “sono speciale e riuscirò in qualsiasi attività io mi applichi“).
- Riguardano il merito e il demerito (“Sono una persona per bene quindi mi devono succedere solo cose positive“).
- Comprendono la convinzione che i pensieri forti ci faranno ottenere buoni risultati nella vita (“se mi condanno completamente per aver fatto una sciocchezza sicuramente agirò meglio in futuro“).
Con l’esercizio diverrà sempre più facile individuare i pensieri irrazionali che sono alla base dei nostri problemi emotivi che ogni volta andranno discussi e confutati chiedendosi scientificamente se sono realistici, logici o contraddittori, dimostrabili o confutabili, se dimostrano che esiste una legge del merito e del demerito nell’universo e soprattutto se mantenendoli ne avremo un beneficio nella vita.
Un consiglio è quello di riflettere sui pensieri che avete fatto riguardo a qualche avvenimento che vi ha turbato individuando quelli irrazionali. A questo punto provate a sfidarli nel modo suggerito da Ellis. Se riuscirete in questa non facile impresa vi garantisco un immediato beneficio in termini emotivi.
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*Nota del redattore: le informazioni contenute in questo articolo sono destinate esclusivamente all’uso didattico e non sostituiscono la consulenza, la diagnosi o il trattamento di un medico professionista. Rivolgetevi sempre al vostro medico o ad altri operatori sanitari qualificati per qualsiasi domanda relativa a una condizione medica e prima di intraprendere qualsiasi dieta, integratore, programma di fitness o altri programmi di salute.