Mente

Demolire definitivamente le idee irrazionali che ci fanno soffrire!

Idee irrazionali, ansia, stress e di conseguenza malessere! Abbiamo visto come funziona la disputa: utilizzando argomentazioni logiche ci rendiamo conto dell’assurdità delle idee irrazionali che sono all’origine del nostro malessere. È proprio della natura umana avere desideri e aspettative e se non si riesce a soddisfarli è lecito esserne rammaricati. Ma questi non devono diventare degli obiettivi che vanno assolutamente raggiunti, altrimenti ogni frustrazione diventerà per noi fonte di tormento.

Trasformiamo le nostre doverizzazioni in preferenze

Grazie alla disputa trasformiamo le nostre doverizzazioni in preferenze. Non pensiamo più che se non ci prendono per quell’impiego è la fine del mondo, ma che sarebbe bello ottenere quel lavoro e se fallissimo avremmo sempre la possibilità di trovarne un altro. Un eventuale esito negativo del colloquio provocherà dispiacere, ma farà in modo che ci attiveremo ancora di più per fare sì che vada bene la prossima volta, invece di lasciarci sopraffare dalla disperazione ritenendo che se è andata male questa volta che ci tenevamo tanto, vuol dire che rimarremo sicuramente disoccupati a vita.

Tutta la faccenda potrebbe apparire un po’ troppo facile. Se qualcosa nella vita va per il verso sbagliato basterà dire a noi stessi che non è la fine del mondo e ci sentiremo subito meglio! Eppure è capitato a tutti noi di stare male per qualche motivo e di dire a noi stessi che in fondo tale malessere era ingiustificato. Forse ci siamo detti che anche se eravamo stati respinti da qualcuno a cui tenevamo, avremmo sempre potuto incontrare qualcun altro e stare altrettanto bene con lui o con lei. O forse ci siamo detti che anche se avevamo perso quell’impiego non sarebbe stata una tragedia, avremmo avuto modo di trovare qualcos’altro. Magari non altrettanto gratificante, ma comunque sufficiente a vivere bene.

Sono sicuro però che dopo un momentaneo miglioramento abbiamo ricominciato a stare male. Perché come lui o come lei non ci sarebbe stato più nessuno o perché certamente non avremmo più svolto un lavoro così interessante e ben pagato.

Funziona la Terapia Razionale Emotiva per le idee irrazionali?

Allora la terapia razionale emotiva è solo una bufala? Tanto renderci conto che la nostra ansia o la nostra depressione derivano da pensieri che non hanno alcun fondamento logico, non ci aiuterà a superare i problemi che ci assillano. La RET non è una bufala, ve lo assicuro. Semplicemente non abbiamo condotto la disputa nel modo giusto. Non lo abbiamo fatto con l’energia necessaria e in fondo in fondo ancora crediamo nelle nostre convinzioni e idee irrazionali. Si è vero, troverò qualcun’altra, ma in realtà so che non troverò più nessuna come lei oppure troverò un nuovo lavoro, ma credo che non sarà mai soddisfacente come quell’altro.

Ogni cosa nella vita può essere fatta in diversi modi. Possiamo allenarci in palestra duramente o passeggiare sul tapis roulant, possiamo bere un bicchiere di vino ogni tanto o ubriacarci fino a svenire tutti i giorni, possiamo essere moderatamente tristi per la morte di qualcuno oppure disperati.

I nostri pensieri possono essere sia forti che deboli

Questo discorso vale anche per i pensieri, essi possono essere forti oppure deboli. Ellis, riprendendo quanto affermato da Abelson e altri, sostiene vi siano cognizioni bollenti che hanno maggiore influenza su di noi, creando sentimenti più intensi di quanto non facciano quelle fredde.

Secondo la RET, rispetto ad un determinato evento possiamo formulare pensieri freddi, caldi oppure bollenti.
Nel caso dovessimo sostenere ad esempio un colloquio di lavoro potremmo pensare che per ottenere un impiego è sempre necessario impressionare positivamente chi ci esamina. Questo è un pensiero freddo e da un punto di vista emotivo è pressoché neutrale.

Pensieri caldi e bollenti

Potremmo anche pensare che desideriamo fortemente questo lavoro e poiché abbiamo le caratteristiche necessarie per essere selezionati siamo contenti di affrontare questo colloquio perché ci sono buone possibilità che abbia esito positivo. Questo è un pensiero caldo e corrisponde a quella che abbiamo chiamato in precedenza convinzione razionale. Tale pensiero induce all’ottimismo e aumenta le possibilità di essere effettivamente assunti.

Se invece esprimiamo una forte valutazione su questo colloquio, avremo un pensiero bollente, quello che per la RET è una convinzione irrazionale. “Devo superare brillantemente il colloquio e ottenere questo lavoro, è necessario per essere felice ed essere uno che vale, se dovessi fare una brutta figura e non ottenere questo impiego sarebbe un disastro e la dimostrazione che non valgo niente e che non otterrò mai un lavoro decente!“.

Questo pensiero bollente chiaramente provoca un forte stato di ansia che probabilmente ci bloccherà rendendoci impacciati durante il colloquio e non facendoci dimostrare quello che sappiamo, con l’inevitabile conseguenza di essere scartati. In questo modo si viene a creare un circolo vizioso, perché ogni qual volta dovremo affrontare un colloquio di selezione sprofonderemo in uno stato di agitazione che potrebbe trasformarsi in vero e proprio panico. Le conseguenze di tutto ciò sono a dir poco nefaste. Resteremo effettivamente disoccupati per molto tempo e ci sono buone probabilità che l’ansia diventi parte integrante della nostra esistenza, attanagliandoci costantemente e non solo durante i temuti colloqui di lavoro.

I pensieri bollenti scottano!

I pensieri “bollenti” scottano con diverse gradazioni. Ad alcuni di essi crediamo sempre e fortemente, ad altri invece crediamo ad intermittenza, per così dire, e con minore convinzione. Se una determinata convinzione irrazionale ci procura uno stato di ansia e depressione intenso e duraturo dovremo confutarla vigorosamente e costantemente poiché una contestazione moderata, poco decisa, non riuscirà a eliminare il nostro malessere. Perché per quanto razionalmente saremo consapevoli della sua illogicità, sotto sotto continueremo a crederci e ad alimentarla. Se il pensiero che ci fa stare male è incandescente, anche la disputa deve essere appassionata e convinta per spegnere le emozioni negative che esso suscita. Come già ho avuto modo di dire nei precedenti articoli, sapere che siamo solo noi la causa del nostro malessere con i nostri pensieri irrazionali non basta a farci a stare meglio.

Per concludere riporterò un esempio di disputa vigorosa in un caso trattato dallo stesso Ellis e riferito nel suo volume “l’autoterapia razionale emotiva”:

Autoterapia razionale emotiva

Un giovane medico di successo di nome Tom si innamorava ripetutamente di belle donne. Ma esse dopo poco finivano per lasciarlo, egli era consapevole del perché ciò accadesse. Ogni volta che incontrava una donna da cui era molto attratto diceva a se stesso di amarla. E se lei non avesse contraccambiato i suoi sentimenti ne avrebbe sofferto in modo insopportabile. Per cui era necessario conquistarla ad ogni costo. Così quest’uomo, per quanto bello e affermato sul lavoro, era insicuro e pieno di bisogni da soddisfare quando era in presenza di una donna da cui fosse realmente attratto. Cosa succedesse ogni volta credo sia facilmente immaginabile. Dopo poco esse si stancavano di lui infatti, come dice lo stesso Ellis, chi ha bisogno di una persona bisognosa?

Tom si poneva le domande giuste per confutare le sue idee irrazionali. “Perché devo conquistare assolutamente questa donna? Perché devo assolutamente piacerle? Dove sta scritto che morirei se lei non contraccambiasse i miei sentimenti?”. Rispondendo razionalmente a tali domande egli era in grado di capire l’assoluta irrazionalità delle proprie convinzioni e ne traeva beneficio, ma solo momentaneamente perché affrontava la disputa troppo blandamente, continuando in realtà a credere che fosse un suo dovere di vitale importanza conquistare una donna attraente. Tom, con l’aiuto di Ellis, mise finalmente in atto una disputa vigorosa fra razionale e irrazionale, eccone qualche stralcio.

Disputa

– Se lei, la donna più bella che abbia mai conosciuto non mi ama, quale altra donna, anche solo decente, mi amerà?
– Nessuna? Che sciocchezza! Ci sono tantissime altre belle donne, qualcuna prima o poi si interesserà a me!
– E se si interessassero a me solo perché sono stupide? Allora sarei proprio un babbeo poco attraente!
– Eh no! Nel caso peggiore dimostrerebbe solo che mi mancano alcune qualità. Ma non che io sia un tipo del tutto sgradevole e anche se nessuna donna dovesse trovarmi attraente non vorrebbe dire che io sia uno stupido completo. Solo che non ho successo in questo campo!
– Ma è il campo più importante di tutti! Allora sarei proprio un perdente!
– Un perdente in amore, non in ogni campo, non nella vita. Un perdente con le donne, ma non con me stesso!

Questa disputa vigorosa riportata da Ellis dura ancora a lungo ma diventerebbe estremamente noioso raccontarvela per intero. Grazie ad essa il nostro Tom realizzò che, anche se desiderava fortemente l’amore, questo non era un bisogno assoluto, indispensabile per vivere una vita felice. Dunque, cominciò ad uscire con le donne senza sentirsi insicuro. Queste di conseguenza vollero continuare a vederlo e finì per sposarsi felicemente con una donna bellissima.

Beh, nessuno ci assicura che Ellis non abbia romanzato questa storia aggiungendoci un finale da favola. Ma è comunque esemplificativa della necessità di contestare con decisione le nostre idee irrazionali per poterle veramente smantellare e disinnescarne così le conseguenze negative che hanno sulle emozioni.

Conclusione

Io non sono Ellis e non oso neanche paragonarmi a questo grande personaggio che fa ormai parte della storia della psicologia. Ma ho provato queste tecniche su di me e posso assicurarvi che è proprio vero che il semplice insight delle nostre idee irrazionali serve a poco. Il beneficio che ci procura è di breve durata. Perché nei meandri del nostro cervello continuiamo a ritenerle vere se non le contestiamo con vigore e fermezza, credendo sinceramente nelle argomentazioni razionali.

Del Dott. Aldo Gabardo

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