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Sono SAD oppure ho il S.A.D.? Depressione invernale: cos’è e come ci influenza?

Chi più chi meno, tutti abbiamo provato una leggera malinconia che accompagna il clima invernale, la luce che sembra diminuire a causa del cambio dell’ora, le attività che tendono a essere più limitate rispetto a quelle estive. Ma cosa succede quando la leggera malinconia persiste e si trasforma in tristezza, irritabilità, depressione, riduzione del desiderio di partecipare agli sviluppi della vita?

Chi è colpito dalla depressione invernale

Questo fenomeno, che colpisce circa il 5% della popolazione mondiale a volte in versione lieve e a volte in versione grave, si chiama S.A.D. ed è l’acronimo di Seasonal Affective Disorder.

Secondo una ricerca della US National Library of Medicine, le donne hanno una probabilità 1,5 volte maggiore di essere colpite dal disturbo affettivo stagionale.

La S.A.D. è infatti una forma di depressione, spesso chiamata “depressione invernale” in quanto direttamente collegata alla riduzione dell’esposizione alla luce naturale che l’inverno comporta.

Sintomi di base della S.A.D.

I sintomi più elementari e comuni della depressione invernale sono l’umore triste, un profondo senso di tristezza che non sembra essere direttamente collegato a nessun evento particolare della nostra vita, ma anche l’irritabilità e la riduzione della concentrazione, in quanto non siamo più in grado di mostrare la stessa pazienza e attenzione alle persone e alle situazioni.

Spesso i livelli di energia si abbassano, con conseguente riduzione del desiderio di svolgere attività, ipersonnia e una sensazione di spossatezza permanente; non è raro che si verifichino un generale ritiro sociale e la tendenza a mangiare troppo.

Come per altri tipi di depressione, è importante ricordare che, anche se può sembrare difficile, ci sono piccoli e costanti passi che possiamo fare per vedere i miglioramenti che desideriamo.

Consigli per affrontare la depressione invernale

  • Esposizione al sole

Poiché si tratta di un disturbo direttamente collegato alla riduzione dell’esposizione alla luce naturale, è bene scegliere consapevolmente di uscire il più spesso possibile in spazi aperti dove poter sfruttare le proprietà benefiche del sole.

  • Esercizio fisico

Se ci sentiamo esausti e affaticati può sembrare impossibile fare esercizio, ma con intervalli brevi ma regolari in cui muoviamo il corpo, il cervello invia un segnale per rilasciare endorfine.

Le endorfine inondano il nostro corpo, riducono lo stress e l’ansia e migliorano il nostro umore, essendo un legame indissolubile con la nostra psicologia.

  • Meditazione quotidiana

La meditazione è uno strumento scientificamente provato per gestire lo stress e migliorare il nostro benessere generale. Nel Regno Unito è già stata riconosciuta dall’NHS (Servizio Sanitario Britannico) come trattamento complementare per la depressione e i disturbi d’ansia.

Adottiamo quindi una pratica sistematica di mindfulness o movimento consapevole, da soli o utilizzando strumenti e gruppi di supporto, per migliorare la nostra prospettiva e la profondità della connessione con noi stessi, gli altri e la vita.

  • Connessione sociale

Per quanto possa sembrare allettante avvolgersi in una coperta e rimanere rannicchiati a letto, in realtà abbiamo bisogno del contrario.

Così rompiamo le catene dell’autoesclusione e cerchiamo il contatto con le persone della nostra cerchia immediata, in modo da iniziare a riempirci di impressioni su un mondo diverso dal dialogo interiore che ci ha intrappolato in questo senso di inutilità.

  • Contatto con i propri cari

Uno dei passi più importanti, ma spesso trascurati, per affrontare i disturbi emotivi è parlarne.

Per questo è importante ricordare che i problemi di salute mentale riguardano esperienze umane comuni che colpiscono una percentuale molto ampia della popolazione mondiale. Sono esperienze con cui gli altri possono identificarsi, a patto che si riesca a superare i pregiudizi e a condividere con la propria cerchia ristretta tutto ciò che si vive.

Chiedendo sostegno e aiuto possiamo non solo dare alle nostre persone l’opportunità di stare al nostro fianco, ma anche ricordare a noi stessi che la solitudine non è una realtà inevitabile, ma anche una scelta.

  • Integratori alimentari

La luce naturale è essenziale per la sintesi della vitamina D, che si riduce notevolmente nel periodo invernale, quando la luce è scarsa. Per colmare questa “lacuna” possiamo quindi trarre beneficio dall’assunzione di integratori vitaminici, sempre consultando il nostro medico o farmacista.

  • Lampada a luce naturale

Nel caso in cui la ricerca della luce naturale non sembri possibile a causa del maltempo e di una prolungata copertura nuvolosa, esistono lampade che “imitano” il sole. Molte volte queste lampade si rivelano benefiche in quanto aiutano a regolare il ritmo circadiano che influenza il nostro orologio biologico, contribuendo a regolare il sonno in modo naturale.

  • Sostegno da parte di un professionista della salute mentale

A seconda della gravità dei sintomi e della nostra capacità di affrontare la situazione, potremmo trarre beneficio dall’avvio di un percorso di consulenza e/o psicoterapia, che ci fornirà il sollievo e la guida di cui abbiamo bisogno, lavorando con uno specialista per trovare l’approccio più adatto a noi.

Con la guida di un professionista della salute esperto possiamo ottenere la giusta diagnosi ma anche seguire consigli utili e personalizzati che ci sosterranno direttamente nella nostra vita quotidiana.

Che ci si senta tristi o si soffra di S.A.D., la nostra salute mentale ha un valore inestimabile. Dedichiamogli l’attenzione e la cura che merita, soprattutto nei mesi invernali.

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