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Dislipidemia: Consigli nutrizionali per fare scelte sane

La dislipidemia si riferisce a qualsiasi anomalia significativa dei lipidi presenti nel sangue. Un apporto calorico eccessivo genera una esagerata disponibilità di nutrienti energetici favorendo la comparsa di iperlipemia.

La dieta rappresenta il primo approccio terapeutico e, non meno importante, l’attività fisica. Se il soggetto è in eccesso ponderale si consiglia di ridurre l’introito calorico del 20%. Un piccolo calo di peso, costante e mantenuto, produce una diminuzione dei trigliceridi dal 5 al 20%.

Bastano 200 Kcal in meno al giorno per raggiungere un risultato ottimale. Ad esempio,un bicchiere d’acqua al posto di un’aranciata,uno yogurt magro al posto di uno con l’aggiunta di panna; fare degli spuntini a base di frutta e usare il 30% di olio o di grasso in meno negli alimenti.

I cibi contenenti grassi saturi come la carne, burro, formaggi, insaccati sono particolarmente ipercolesterolemizzanti. Altri cibi dannosi sono i biscotti, le merendine,  patatine fritte, snack di ogni tipo, cibi confezionati, in quanto sono ricchi di zuccheri e di lipidi soprattutto di acidi grassi trans come le margarine.

Grassi “buoni”

Da studi recenti è risultato che gli acidi grassi monoinsaturi, di cui l’acido oleico è il piu’ rappresentato nell’olio d’oliva, riducono il colesterolo totale plasmatico e le LDL. Anche gli acidi grassi poliinsaturi svolgono effetti positivi sui lipidi plasmatici. A questo gruppo appartengono gli acidi grassi essenziali omega-3 e omega-6.

Gli acidi grassi della serie omega-3 (EPA e DHA) sono normalmente presenti negli alimenti marini. Nel mondo vegetale li troviamo soprattutto nelle verdure a foglia verde, nella frutta secca, nelle noci, in alcuni oli come quello di soia, di lino e di colza. Oltre a favorire l’abbassamento dei livelli lipemici, hanno un’azione antiinfiammatoria, vasoprotettiva e antitrombotica.

Gli acidi grassi della serie omega-6 sono presenti nelle noci, cereali, pane integrale, nella maggior parte degli oli vegetali. Al contrario degli omega3, si avvalgono di capacità pro-infiammatorie e protrombotiche. La nostra dieta, essendo più sbilanciata verso il consumo di cibi contenenti omega-6, favorisce le condizioni per l’insorgenza di malattie infiammatorie. E’ importante, quindi, il giusto equilibrio di assunzione tra omega-3 e omega-6 al fine di prevenire il rischio di malattie cardiovascolari ed autoimmunitarie. Si consiglia, infatti, di mangiare pesce almeno 2-3 volte a settimana per raggiungere questo equilibrio.

Dislipidemia e consigli alimentari

I consigli alimentari, comunque, sono sempre quelli di una dieta varia ed equilibrata, in cui la quota dei grassi corrisponde al 30% delle calorie totali, quella proteica al 15% e la frazione dei carboidrati al 50-55%. Esempio di alimentazione ideale, bilanciata e anche gradevole, è la dieta mediterranea tradizionale caratterizzata da elevato consumo di alimenti di origine vegetale (frutta, verdura, legumi, cereali integrali, noci). Moderato consumo di pesce, carni bianche, vino rosso, olio d’oliva come principale fonte di grassi. Ridotto consumo di carni rosse, formaggi e grassi di origine animale. E’ importante anche la restrizione del sodio che, se assunto in quantità eccessive, provoca una riduzione dell’elasticità delle pareti delle arterie, aumentando la resistenza al flusso sanguigno con conseguente aumento della pressione arteriosa.

Un altro consiglio riguarda l’eliminazione drastica di merendine di qualunque tipo essendo ricche di zuccheri semplici e di grassi trans e orientarsi invece verso preparazioni casalinghe a base di frutta ed ingredienti più semplici.

I carboidrati complessi, soprattutto quelli integrali, sono fondamentali anche per l’apporto di fibre che svolgono un ruolo importante nel ridurre l’assorbimento dei lipidi alimentari e dei carboidrati, abbassando così i valori di lipemia e glicemia. Inoltre aumentano il senso di sazietà e hanno effetti prebiotici.

L’eccesso di fruttosio fa aumentare i trigliceridi e crea problemi cardiovascolari. La frutta e il miele, ricchi di fruttosio, vanno bene, ma il fruttosio estratto dalla frutta e usato come dolcificante ha un effetto completamente diverso, in quanto segue una biochimica diversa dall’alimento in toto. E’ quindi un ottimo zucchero, ma nella frutta che è ricca di fibre.

Per l’ipertrigliceridemia le misure dietetiche debbono promuovere la riduzione del peso corporeo. Deve essere incoraggiato un programma di attività fisica ed evitare l’introduzione di carboidrati semplici (bibite gassate, succhi zuccherati, dolci industriali, biscotti, gelati) e soprattutto di alcol.

Dislipidemia e attività fisica

L’attività fisica è fondamentale per contrastare le dislipidemie. E’ stato dimostrato che una pratica regolare dell’esercizio fisico ha effetti positivi a livello cardiologico, metabolico, psicologico.

Effetti cardiologici: aumenta l’efficienza contrattile del miocardio e abbassa la pressione arteriosa.

Effetti metabolici: diminuisce la resistenza all’insulina, si abbassa la glicemia, aumenta il metabolismo basale, si ha perdita di peso con diminuzione della massa grassa e aumento massa magra. Si abbassa il valore dei trigliceridi, colesterolo totale, LDL, e si ha invece l’aumento dell’HDL.

Effetti psicologici: miglioramento dello stato di ansia e depressione, sensazione di benessere, e maggiore autocontrollo sull’apporto di cibo.

Si consiglia un’attività aerobica (camminata veloce, corsa, piscina, bici) almeno 30 minuti per 5 giorni a settimana. Sarebbe utile associare un po’ di esercizi di ipertrofia muscolare e stretching per avere un maggior benessere muscolare.

Della Dott.ssa Simonetta Morace

 

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