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Etica Buddista: Guida alla Compassione e alla Giustizia

L’etica buddista è un sistema di principi e valori che guida il comportamento dei praticanti buddisti. Questa etica è profondamente radicata negli insegnamenti del Buddha e ha l’obiettivo di promuovere la compassione, la saggezza e la giustizia.

L’etica buddista

In questo articolo, esploreremo i principi chiave dell’etica buddista e come influenzano il comportamento e la vita dei praticanti.

I Cinque Precetti

Un elemento centrale dell’etica buddista è rappresentato dai Cinque Precetti, che sono considerati la base dell’etica per i buddisti. Questi precetti sono:

  1. Non uccidere: Questo precetto insegna il rispetto per tutte le forme di vita e la non violenza. I praticanti si impegnano a evitare di fare del male agli esseri viventi.
  2. Non rubare: Il secondo precetto promuove l’onestà e il rispetto per la proprietà altrui. I praticanti si impegnano a non rubare né a truffare gli altri.
  3. Non commettere atti sessuali non corretti: Questo precetto promuove relazioni sessuali consensuali, rispettando l’altro. Gli abusi sessuali e le relazioni extraconiugali sono considerati contrari a questo precetto.
  4. Non mentire: La sincerità e l’onestà sono incoraggiate. I praticanti si impegnano a evitare la menzogna e a comunicare in modo onesto.
  5. Non assumere sostanze inebrianti: Questo precetto promuove la chiarezza mentale. L’uso di droghe o alcol in modo dannoso è considerato contrario a questo precetto.

Le cinque regole obbligatorie per i monaci, oltre alle cinque precedenti, sono:

  1. Disciplina nell’ora dei pasti (cioè mangiare nel momento prescritto)
  2. Non ricercare i piaceri mondani, evitare unguenti ed ornamenti
  3. Non usare letti ampi e comodi
  4. Non ricevere denaro.

In queste prescrizioni il buddhismo non è originale. Un catalogo simile si ritrova anche nello Yoga. L’originalità del buddhismo sta altrove. I precetti morali non sono indirizzati al singolo individuo, isolato, che ha come scopo la propria salvezza. Piuttosto considerano l’uomo come vivente in mezzo agli altri. Infatti, non basta non fare del male, non basta non uccidere o non offendere.

Bisogna anche partecipare amorosi alla vita altrui, avere simpatia per i propri simili, rallegrarsi delle loro gioie e commiserare e alleviare i loro dolori. In altre parole, simpatia e pietà introducono un elemento positivo nella morale, la quale non è più l’eliminazione o cessazione del male, ma diventa un comandamento positivo: qualcosa che bisognerebbe fare e fare non per sé, ma per gli altri.

L’etica buddista inserisce, cioè nella morale indiana il senso del collettivo.

L’uomo oltre ad essere artefice del proprio destino, deve anche evitare il male e superare le passioni e l’egoismo, ma questa purificazione non è un rigido ed austero estraniarsi dal mondo. Essa trova il proprio esercizio e il terreno fecondo nella vita consociata.

La morale del laico si differenzia per questo dalla morale dell’asceta che deve necessariamente sottostare ad altri obblighi e limitazioni. Il contrasto tra le due morali non è stato forse per nessuna scuola così evidente come nel Buddhismo. Insieme a quei comandamenti universalmente validi, abbiamo la tecnica sottile, ingiunta ai monaci, per detergere tutte le macchie, distrazioni ed egoismi dal più profondo della mente, e rendere questa cristallina e pura, onde le passioni e il karma conseguente non abbiano più presa sull’uomo.

La meditazione

Su questa prassi si innesta il processo della meditazione, dell’ottenimento della perfetta quiete, della soppressione intera della passione, della restituzione della mente alla sua assoluta, immobile serenità. Ma sulla morale laica, rinforzata dai principi della simpatia e della pietà, fiorisce lo spirito di rinuncia e di sacrificio che rappresenta il centro del Grande Veicolo. Nel Mahayana infatti l’amore trionfa nella figura del Bodhisattva, che è tutto abnegazione e sacrificio.

Le sei o dieci perfezioni che deve praticare il Bodhisattva per tramutarsi in Buddha muovono dalla perfezione della Legge, dalla pazienza, dalla rinuncia di se, dalla costanza: virtù che l’agiografia tradizionale celebra di continuo ad edificazione dei fedeli, ripetendo le gesta del Buddha. Tale spirito di sacrificio è assoluto, nel senso che non basta sacrificare i propri beni o la propria vita.

Il Bodhsattva rinuncia al risultato karmico del bene che compie, e fa voto di assumere su di sé i peccati degli altri e trasferire la propria gioia e i propri meriti a loro. Questo supremo sacrificio si chiama parinamana, trasferimento del karma altrui sul Bodhisattva. Esso diventa uno dei fattori necessari della elevazione spirituale e sta a significare l’assoluta abnegazione che deve animare il Bodhisattva.

Compassione e Gentilezza

Oltre ai Cinque Precetti, l’etica buddista promuove la compassione e la gentilezza verso tutti gli esseri. Questo si riflette nella pratica della “Metta” o “gentilezza amorevole” in cui i praticanti desiderano sinceramente il benessere e la felicità di tutti gli esseri. La compassione è vista come una forza che può portare alla riduzione delle sofferenze nel mondo.

Karma

Un concetto chiave nell’etica buddista è il karma. Il karma si riferisce alla legge di causa ed effetto, il fatto che le azioni di una persona influenzeranno il suo destino futuro. Pertanto, le azioni etiche e compassionevoli portano a buoni risultati, mentre le azioni non etiche portano a risultati negativi. Questo concetto sottolinea l’importanza delle scelte etiche nella vita di un individuo.

Equilibrio e Saggezza

L’etica buddista non è basata solo su regole fisse, ma incoraggia anche la riflessione e la saggezza. I praticanti sono incoraggiati a valutare le situazioni in modo equo, ad adottare decisioni basate sulla compassione e a cercare l’equilibrio tra le esigenze personali e quelle degli altri.

L’Etica buddista nel Mondo Contemporaneo

L’etica buddista rimane rilevante anche nella società moderna. La compassione, la gentilezza e l’onestà sono valori universali che possono portare a una società più giusta e pacifica. Molti buddisti si impegnano in attività sociali e umanitarie per promuovere questi valori.

In conclusione, l’etica buddista è basata su principi di non violenza, compassione, saggezza e giustizia. Questi principi sono profondamente radicati nei Cinque Precetti e nella pratica della compassione. L’etica buddista offre una guida preziosa per condurre una vita significativa e contribuire a un mondo migliore.
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