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Fisiologia della respirazione e la sua funzione nella meditazione Zen

Studiamo la fisiologia della respirazione nella meditazione Zen: L’inspirazione porta un nuovo rifornimento di ossigeno ai polmoni. L’espirazione espelle dall’organismo l’anidride carbonica proveniente dal sangue e immagazzinata nei polmoni al momento dell’espulsione.

A differenza delle attività del cuore e di altri organi interni, la respirazione è in parte soggetta al controllo cosciente. Per esempio, le donne che, in Giappone, si immergono per pescare crostacei si allenano a trattenere il più possibile il respiro, per poter rimanere sott’acqua più a lungo.

Il controllo della respirazione, tuttavia, non è del tutto cosciente. Quando si trattiene il respiro per un tempo pericolosamente lungo, essa riprende automaticamente. Nel sonno, poi, la respirazione è completamente automatica. In effetti, anche durante gran parte del tempo in cui siamo svegli, respiriamo senza esserne coscienti.

Fisiologia della respirazione e Frequenza

La frequenza di respirazione varia automaticamente in funzione delle necessità dell’organismo. Il sistema nervoso autonomo regola questa funzione. Quando una persona si impegna in qualche attività improvvisa o violenta, che richiede un consumo energetico elevato, il ritmo della respirazione aumenta.

Non sappiamo esattamente quante volte al minuto un essere umano debba respirare. E’ certo che i 18 respiri al minuto tipici della media delle persone in uno stato rilassato non sono indispensabili per la vita. L’idea che una respirazione rapida fornisca all’organismo una maggiore quantità di ossigeno è sicuramente errata.

In realtà, superficiale com’è, la respirazione veloce non riesce a portare tutto l’ossigeno necessario ai polmoni, ma lo spreca nei bronchi. Poi siccome non elimina tutta l’anidride carbonica, fa diminuire lo spazio disponibile nei polmoni per accogliere un rifornimento di ossigeno fresco. Se si espira, però, lentamente e completamente, in modo che nei polmoni non resti anidride carbonica, si instaura una differenza di pressione, e l’aria fluisce naturalmente a riempire i polmoni ora vuoti.

Con questo tipo di respirazione si apporta una maggiore quantità di ossigeno ai polmoni. Pertanto, è possibile ridurne tranquillamente la frequenza. Quattro o cinque cicli al minuto sono sufficienti.

 

Fonti: “Meditazione Zen come terapia” di Tomio Hirai

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*Nota del redattore: le informazioni contenute in questo articolo sono destinate esclusivamente all’uso didattico e non sostituiscono la consulenza, la diagnosi o il trattamento di un medico professionista. Rivolgetevi sempre al vostro medico o ad altri operatori sanitari qualificati per qualsiasi domanda relativa a una condizione medica e prima di intraprendere qualsiasi dieta, integratore, programma di fitness o altri programmi di salute.

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