Che cosa abbiamo in mente quando sentiamo la parola “perdono”? Il concetto di perdono spesso viene frainteso e distorto da coloro che stanno cercando di applicarlo, quindi la sua applicazione può risultare difficile. Il perdono è definito nella mente di molte persone come “risoluzione dai peccati” o “abnegazione e rinuncia da qualsiasi desiderio personale”. Quando qualcuno viene ferito dal comportamento di una persona amata ritiene che, perdonarla significa dimenticare l’episodio e pretendere che tutto torni come prima.
Ma è questo il vero concetto del perdono o è necessaria una nuova definizione?
In realtà la definizione del perdono è chiara fin dall’etimologia della parola. Il termine perdono deriva dal verbo perdonare che equivale a condonare e concedere con un altro prefisso e come forma rafforzativa: Io do spazio al mio pensiero, in modo che possa contenere altre visioni oltre la mia, permetto due possibili interpretazioni relative allo stesso evento. Ciò non richiede che io abbracci il contrario, ma che lo comprenda.
La comprensione e l’empatia di pensieri e sentimenti di un altra persona non è associata al risultato, che può essere il rifiuto della sua interpretazione per l’evento o anche la sospensione dei rapporti con lei. La domanda che ci possiamo porre è: perchè perdonare? Che cosa ci guadagniamo?
Esaminando la dimensione psicologica del perdono è evidente che la comprensione dell’altra persona porta benefici per noi stessi. Ricordare il torto subito e il continuo pensarci, la perpetuazione di emozioni e pensieri negativi e il vittimismo, disturbano la nostra salute mentale e la nostra tranquillità, promuovendo pensieri di vendetta, di paura, di ansia e depressione. Al contrario, il processo del perdono ci allevia dalla sofferenza mentale vissuta a causa del “male” subito e dissolve la minaccia emozionale.
Inoltre, il perdono ci libera da sensazioni spiacevoli, offrendoci calma mentale, catarsi psicologica e soddisfazione morale mentre ci distacca da un passato che ci condiziona. Consideriamo il perdono come il cosciente superamento di un evento spiacevole insieme alle emozioni negative che ne comporta e come la comprensione di un diverso punto di vista, anche se non compatibile con la nostra personalità: riuscirci è possibile e non richiede un’umiliazione personale. Al contrario, richiede consapevolezza di sé, autostima e fiducia. L’accettazione di noi stessi con i nostri errori e debolezze sviluppa la capacità di comprendere le altre persone e le loro debolezze.
La capacità di perdonare gli altri dipende da quanto siamo onesti con noi stessi.
Ciò che conta non è il coraggio di essere fedeli alle proprie convinzioni, ma il coraggio di cambiarle. Il primo passo è il riconoscimento e la comprensione dei propri sentimenti negativi. Le emozioni negative possono includere la tristezza, l’abbandono, l’ingiustizia o la rabbia. La loro espressione matura, la loro gestione e accettazione ci aiuta a superarle.
In sostanza, il perdono non è un prodotto della potenza mentale dell’individuo, né una dimostrazione di altruismo. Si verifica a seguito di una semplice elaborazione cognitiva dell’evento traumatico e della gestione operativa delle reazioni psicologiche e comportamentali che ci ha causato. E’ la consapevolezza che ciò che ci è accaduto non può essere modificato ed è il non consentire più ai relativi pensieri e sentimenti di condizionarci.
Conclusione
In conclusione, il concetto di perdono non implica una mancanza di dignità da parte della persona che perdona. Evita, però, il pensiero assoluto e non limitativo in termini personali. La perpetuazione di emozioni negative associate alla persona che ci ha fatto del male, può portare solo svantaggi sulla nostra salute psicologica. Solo l’accettazione del dolore può aiutare a superare l’evento spiacevole. In questo consiste la cura e la protezione di sé, ed è una decisione molto importante se vogliamo vivere una vita serena.
Fonti: Religione e psicologia, Irvin D. Yalom
The Healing Power of Forgiveness, A Definition of Forgiveness That We Can All Live With, by Nancy Schimelpfening)
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*Nota del redattore: le informazioni contenute in questo articolo sono destinate esclusivamente all’uso didattico e non sostituiscono la consulenza, la diagnosi o il trattamento di un medico professionista. Rivolgetevi sempre al vostro medico o ad altri operatori sanitari qualificati per qualsiasi domanda relativa a una condizione medica e prima di intraprendere qualsiasi dieta, integratore, programma di fitness o altri programmi di salute.