CorpoSalute

“Il Mangiare e il Bere” di Khalil Gibran

Poi un vecchio, che aveva una locanda, chiese: Parlaci del Mangiare e del Bere.
Ed egli disse:

Vorrei che poteste vivere del profumo della terra, alimentati come una pianta dalla luce.
Ma poiché dovete uccidere per mangiare, e derubare il nuovo nato del latte di sua madre per calmare la sete, fate che questo sia un atto di adorazione.
E che la vostra mensa sia un altare sul quale il puro e l’innocente della pianura e dei boschi venga immolato a quanto di più puro e innocente è nell’uomo.

Quando uccidete un animale, ditegli in cuore:

“Dallo stesso potere che ti uccide, io sarò ucciso; e anch’io sarò consumato.
Perché la legge che ti dà nelle mie mani mi darà in mani più potenti.
Il tuo sangue e il mio sangue non sono che la linfa che nutre l’albero del cielo”.

E quando date un morso ad una mela, nel vostro cuore ditele:

“I tuoi semi vivranno nel mio corpo,
E i tuoi germogli sbocceranno nel mio cuore,
E il tuo profumo sarà il mio respiro,
E insieme godremo in tutte le stagioni”.

E quando, in autunno, raccoglierete l’uva dalle vigne per il torchio, dite in cuor vostro:

“Anch’io sono una vigna, e i miei frutti saranno raccolti per il torchio,
E come vino nuovo sarò tenuto in botti eterne”.

E quando d’inverno spillerete il vino, per ogni coppa vi sia una canzone.
E nella canzone vi sia un ricordo dei giorni dell’autunno, e della vigna, e del torchio dell’uva.

Il ProfetaKhalil Gibran

 

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