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L’approccio olistico della medicina orientale per vivere bene

La medicina orientale ha sempre avuto alla sua base una profonda filosofia: il nostro mondo, l’intero universo sono un tutt’uno.

La Verità non cambia. Se cambia non è Verità.

Nei paesi orientali, gli antichi saggi insegnarono che una delle più importanti Verità è contenuta nella frase “tutto cambia”. I Sutra di Buddha, il Tao Te Ching di Lao Tzi, tutti i più grandi Maestri dell’umanità ci hanno insegnato che ogni cosa cambia.

Le pietre vengono levigate dai fiumi. Per tanto tempo, molte persone hanno creduto che l’oro non mutasse, hanno pensato che non bruciasse, che non si dissolvesse nell’acqua, non arrugginisse e che non decadesse mai. Gli scienziati moderni, però, ci dicono che circa venti miliardi di tonnellate di oro si sono disciolte nell’acqua del mare sotto forma di elemento chimico. Quindi anche l’oro cambia.

Tutto cambia

Abbiamo quattro stagioni in un anno, durante le quali gli alberi, le piante crescono e creano foglie, fiori e frutti. Poi tutto cade e muore. Tutti gli animali seguono lo stesso ciclo. Persino le montagne e il paesaggio mutano. Nella nostra vita i bambini diventano adulti. Le persone povere si arricchiscono, le persone abbienti diventano povere.

Quante dinastie nel passato avevano la stessa posizione che hanno nel mondo moderno? Esistono ancora dei re, ma il loro potere è quasi inesistente.

Se applichiamo la stessa regola nella vita, possiamo comprendere che anche il nostro stato di salute cambia sempre. La nostra condizione fisica e mentale di oggi non è uguale a quella che avevamo ieri.

Medicina orientale: il nostro mondo, l’intero universo sono un tutt’uno.

Il nostro corpo è una parte di questo universo e della natura. Se il nostro modo di vivere segue le leggi e la “via” della natura, vivremo in salute. Se non rispettiamo queste leggi andremo incontro alla malattia. La cosa più importante, quindi, è riuscire a comprendere le leggi della natura. Se la persona si ammala, deve riflettere e cercare di capire che cosa sta facendo, qual è il suo comportamento che infrange le leggi della natura e, di conseguenza, in quale aspetto e in che modo dovrebbe cambiare il suo modo di vivere e il suo destino.

Per fare ciò, bisogna saper guardare l’essere umano nella sua interezza, non solo in una sua parte o in più parti separate dalle altre. Va inoltre considerato il legame dell’essere umano con l’ambiente, sotto l’aspetto fisico e mentale. Nella parola ambiente includiamo la zona climatica, il microclima locale, il tempo atmosferico, la qualità dell’aria, dell’acqua e del cibo, e così via.

Il freddo, il caldo, il vento, l’aridità, l’umidità ecc. entrano in contatto con il corpo umano. La malattia spesso deriva dall’esterno, tuttavia, se non abbiamo nessun problema all’interno del nostro corpo, non reagiremo a queste condizioni esterne in modo negativo e non ci ammaleremo.

Mangiare troppo, bere troppo o assumere cibi e liquidi inappropriati e di cattiva qualità fanno lavorare il corpo in modo eccessivo e rappresentano la causa interna della malattia. Questi comportamenti vanno contro le leggi della natura e creano così le malattie.

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Fattori esterni ed interni in sinergia

I fattori esterni da soli non sono in grado di generarle e quando le generano sono sempre combinati a cause interne legate ai nostri comportamenti. Non esiste la malattia di una singola parte del corpo, per esempio dei disturbi agli occhi o alla vista. Se si hanno problemi agli occhi o alla vista questo rivela che tutto il resto dell’organismo ha dei problemi.

Dobbiamo sempre esaminare l’intero corpo (come ci insegna l’antica diagnostica orientale dell’osservazione del polso e dell’addome) per cercare di individuare la migliore terapia. Se riusciamo a trovare la terapia adatta per una determinata malattia, è molto probabile che anche gli altri disturbi spariscano contemporaneamente. Tanti diversi sintomi possono derivare dalla stessa causa o lo stesso sintomo da cause diverse.

Poiché oggi l’umanità si trova a dover convivere con tante malattie, certamente deve cambiare lo stile di vita e correggere il proprio modo di mangiare, smettere di mangiare troppo e di bere bevande non indispensabili e dannose.

Il cibo come medicina

Da sempre la medicina orientale ha insegnato che la migliore medicina è il cibo. Questa è probabilmente la ragione per la quale anticamente, in oriente, i guaritori non si facevano pagare dai malati, perché riteneva che nulla fosse loro dovuto, e che fosse la natura stessa a compiere il lavoro necessario. Al medico spettava la parcella solo fino a quando il paziente era in buona salute, e veniva sospesa se i pazienti peggioravano. In tale caso, il medico era responsabile di tutte le spese provocate dai suoi errori. Il buon senso suggeriva di per sé che il suo compito fosse quello di mettere il malatto nella condizione di guarire al più presto e di mantenere la propria salute.

Il libro cinese Shurai, di tre mila anni fa, parla di cinque medici con diversi livelli di medicina praticata. Il medico di grado più elevato è il saggio, che insegna a stabilire l’armonia tra l’uomo e il mondo circostante. Questo è seguito dal medico che previene e cura solo con il cibo, una pratica conosciuta anche come medicina di longevità. Segue il chirurgo, che usa la sua abilità per rimediare agli effetti traumatici di lesioni, utilizzando anche le erbe e il cibo per prolungare la vita del paziente. Poi il medico generico che adopera le erbe e si serve delle tecniche di agopuntura, della moxa, del massaggio, per curare dei disturbi specifici. Infine il veterinario, che si prende cura degli animali.

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Cosa intendiamo per “malattia”?

La malattia si intende, quindi, come un disequilibrio del normale stato dell’organismo. Per rimediare a tale squilibrio, nulla può essere eliminato o distrutto all’interno del corpo, poiché in questo modo si provocherebbe ulteriore squilibrio. Non ha senso perciò intervenire su singole parti del corpo, né tanto meno sostituirle in caso di malattia.

L’organismo, quando si trova in condizione squilibrata, e quindi debilitata, viene facilmente attaccato dai batteri e dai virus, mentre in un organismo forte questi convivono senza provocare la malattia. I sintomi ci avvertono che all’interno del corpo ci sono delle disfunzioni; per questo non bisogna sopprimerli, ma individuare l’origine della malattia.

La medicina occidentale

L’approccio della moderna medicina occidentale è sostanzialmente all’opposto, per quanto concerne il funzionamento del corpo e gli agenti esterni. Essa si occupa di eliminare i sintomi con rimedi farmaceutici e interventi chirurgici che, nella maggior parte dei casi, assecondando una visione settoriale, circoscrivono la malattia alla parte in cui è più evidente il sintomo e pertanto anche la terapia è finalizzata al ristabilimento di quella specifica zona.

Per esempio, se ci sono dolori di stomaco, si deduce che soltanto lo stomaco è malato e si interviene su di esso fino ad arrivare, a volte, alla sua parziale o totale asportazione. Allo stesso modo, ci si scaglia contro virus e batteri, colonie di organismi vegetali e animali che da milioni di anni convivono con gli esseri umani, senza considerare che essi attaccano solamente corpi indeboliti.

Filosofia e Medicina Orientale

La filosofia orientale ci dà la possibilità di imparare a curarci da soli attraverso una giusta alimentazione, che è l’unica terapia che può sradicare la causa della malattia. Solo una volta guariti ci si rende conto di quanta libertà si ottiene con la salute.

La medicina orientale preventiva e curativa proposta dalla filosofia orientale è l’alimentazione macrobiotica, che insegna la scelta e l’abbinamento dei cibi giusti, secondo la teoria dell’equilibrio di Yin e Yang e dei Cinque Elementi.

Se si rispettano le leggi della natura, che sono governate da Yin e Yang, si può condurre una vita sana. Con l’approccio alla mentalità orientale, è più facile un ritorno alla natura e al buon senso, che sono indispensabili per la salute.

Fonti: Il medico di se stesso – Noboru B. Muramoto

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