L’epoca che stiamo vivendo sarà sicuramente definita l’epoca dei social. Le piattaforme come facebook, twitter, instagram, hanno avvicinato persone, geograficamente molto lontane ma unite dalle stesse passioni, accorciato i tempi e permesso collaborazioni altrimenti molto difficili. In poche parole, ci hanno connesso.
Tutto questo sta accadendo in tutti i campi. E’ aumentata enormemente la possibilità di far conoscere il proprio lavoro e le proprie idee (a volte anche dettagli inutili, ammettiamolo). E ricordiamo che la parola yoga deriva dalla radice Yug che significa unire, legare assieme. Dunque, uno strumento come una piattaforma social potrebbe senza dubbio aiutare nello scopo.
Perché praticare Yoga e condividerlo
Infatti alcuni dei personaggi più seguiti e degli hashtag più usati su Instagram riguardano proprio lo yoga ma su questo non mi addentro maggiormente e se vorrete vi rimando a un precedente articolo che ho scritto sempre per questa rubrica qualche tempo fa.
Uso invece questa premessa per condividere la riflessione che mi capita di fare ogni volta che, invece, entro in contatto con realtà non filtrate da piattaforme, arricchite da effetti, pompate di hashtag e spesso pregne di riflessioni-citazioni, ma appartenenti invece alla quotidianità e che rispecchiano la reale situazione della comunità yoga italiana.
Purtroppo si, ho dovuto aggiungere “italiana”. Perché solo nel mio Paese ho avuto modo di vivere e sentire una situazione che è molto lontana da questa grande connessione e comunione di intenti e condivisione.
Non so spiegarmene la ragione, ci provo da anni. Forse radici profonde nel tessuto culturale del nostro paese, forse qualche retaggio della tendenza accaparratrice e sopraffattoria dei nostri avi conquistatori. Forse il ricordo delle dominazioni subite che porta a preservare e proteggere il proprio “spazio”. Non so.
Ho la fortuna di poter viaggiare spesso e venire a contatto con diverse culture e comunità yoga. In tutto il mondo lo yoga, oltre ad essere molto più praticato e libero da tutti i fraintendimenti, definizioni limitanti, e credenze errate che continua ad avere ancora da noi (recentemente una mia allieva mi ha scritto che avrebbe voluto continuare perché la faceva stare molto bene ma non se la sentiva in quanto cattolica!!!!!!!!) è veramente un motivo di unione e condivisione.
Continuare a studiare
Tutti gli insegnanti continuano ad essere allievi, si frequentano e si aiutano. Spesso in diversi centri della stessa città, anche vicini, si trovano gli stessi insegnanti. Quando qualcuno organizza un workshop o un evento, tutti partecipano e invitano i propri allievi a partecipare e potrei andare avanti per pagine e pagine.
E’ così che la comunità cresce, in numero e in qualità. E’ così che si possono aiutare molte persone a prendere in mano la propria vita e diventare artefici della propria felicità.
La nostra situazione, e ripeto che mi fa male doverlo ammettere, è fatta di insegnanti che appena presa una certificazione si sentono in grado di aprire un proprio centro prima di maturare un’esperienza, anche minima, di insegnamento. Di conseguenza, smettono di praticare e studiare, e cercano nella loro attività un modo di soddisfare il proprio ego anziché divulgare uno strumento di benessere.
La nostra realtà è quella di tante piccole comunità chiuse, in cui ho sentito insegnanti consigliare ai propri allievi di non studiare con nessun altro, in cui proprietari di centri vietano agli insegnanti collaboratori di frequentare altri studi o divulgare il proprio lavoro al di fuori della loro struttura. In un ambito professionale in cui dovrebbe essere il fondamento, l’etica sembra invece essere totalmente assente.
Lo yoga è un percorso che ci rende liberi
E’ vero che lo Yoga è un percorso e che, così come potrebbe non venirci un’asana alla perfezione la prima volta o risultarci ostica una tecnica di pranayama o non sentirci a proprio agio nelle nostre prime esperienze di meditazione, allo stesso modo potremmo non accorgerci di certe nostre azioni o non cogliere l’atteggiamento di chiusura della nostra mente, non vedere un problema nel consiglio di non studiare con altri di un nostro insegnante o subire senza obiezioni il divieto postoci dal datore di lavoro di divulgare anche altrove il nostro lavoro di insegnanti.
Praticare Yoga, quale che sia lo stile, lo studio e l’insegnante, dovrebbe aiutarci a diventare sempre più consapevoli. E la consapevolezza ci rende liberi.