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Quali sono gli 8 arti dello yoga?

La pratica dello yoga ha registrato una crescita maggiore rispetto a qualsiasi altra terapia naturale per la salute. Forse conosci le posizioni yoga, o asana, e forse anche le tecniche di respirazione yoga, pranayama, ma sapevi che lo yoga è stato concepito come un intero stile di vita? E sapevi anche che le asana che pratichi a lezione non erano nemmeno una parte di ciò che intendeva il creatore? La nascita dello yoga deriva originariamente dai Veda (antiche scritture indù), che risalgono a 4.000-5.000 anni fa. La conoscenza vedica veniva tramandata da insegnante a studente attraverso la perfetta memorizzazione di versi e poesie. Ma fu solo nel secondo secolo a.C. che un saggio di nome Patanjali delineò quelli che oggi sono conosciuti come gli 8 Arti dello Yoga.

L’idea di Patanjali per lo yoga

La parola “yoga” deriva dal termine sanscrito yuj, che può essere tradotto in “unione”. Quando un insegnante di yoga in formazione impara l’essenza di questa parola, spesso viene insegnato che nello yoga si celebra l’unione di mente, corpo, anima e spirito. Ciò che spesso viene omesso è il motivo per cui è nel nostro interesse che ciò avvenga. Per trovare questa ragione, dobbiamo andare ancora più indietro nel tempo.

Secondo il Vedanta, tutto ha avuto inizio con purusha, che è l’essere puro. Si può parlare di purusha anche come essenza divina, stato di perfezione o amore infinito. All’interno del purusha non c’è sofferenza perché non c’è nulla di materiale e quindi non c’è dicotomia. Quando purusha crea, quella creazione diventa nota come prakruti. Tutto ciò che conosciamo e comprendiamo è prakruti. Tuttavia, essendo parte di prakruti, dimentichiamo che la nostra essenza è purusha. Il processo di “ricordo” avviene attraverso chitta, che è l’evoluzione della coscienza. Pertanto, se raccogliamo tutti i pezzi di noi stessi – mente, corpo, anima, spirito, emozioni – siamo più inclini a ricordare che veniamo dalla pura consapevolezza.

Poiché siamo prakruti, soffriamo. I nostri desideri, bisogni, aspettative e dimenticanze ci fanno soffrire. Gli yogi, da sempre, si interrogano su come trascendere la sofferenza umana. Patanjali non è da meno. Egli ha creato le Otto Arti dello Yoga come modello per aiutarci a trascendere i confini del nostro ego e a raggiungere l’autorealizzazione.

I Sutra di Patanjali

La parola sūtra (in pāli sutta) che significa letteralmente “filo” (dalla radice indoeuropea *syū-, la stessa del latino suere, “cucire”) significa “infilare o tessere”. I Sutra (o scritti) di Patanjali sono divisi in quattro sezioni o padas. La pratica dello yoga deriva dalla seconda sezione, chiamata Sadhana Pada. Ashtanga significa “otto membra” (Aṣṭāṅga Yoga: gli otto stadi – āṅga, lett.: membra – in cui Patañjali architetta la via dello Yoga sono elencati nel ventinovesimo sūtra del secondo pāda) e si riferisce alle otto arti dello yoga di Patanjali. Ogni arto o stadio, se praticato, è progettato per aiutare il praticante a vivere una vita più disciplinata con l’obiettivo di alleviare la sofferenza.

L’obiettivo di Patanjali per noi è che attraverso queste pratiche possiamo fermare la mente e fonderci nell’unità con il divino. Quando ci risvegliamo all’essenza divina, siamo in grado di vivere pienamente da un luogo di autenticità. Siamo in grado di discernere chi siamo veramente e qual è il nostro scopo. Non dobbiamo guardare all’esterno per determinare ciò che è giusto o sbagliato, tutte le risposte si trovano all’interno.

Una panoramica degli otto arti dello Yoga

Ecco una breve panoramica di ciascuna degli otto arti dello yoga:

  1. Gli Yamas sono regole di codice morale e comprendono ahimsa (non violenza o non violenza), satya (veridicità), asteya (non furto), bramacharya (restrizione sessuale) e aparigraha (non possessività).
  2. I Niyama sono regole di comportamento personale che includono saucha (purezza), santosha (soddisfazione), tapas (disciplina o austerità), svadhyaya (studi spirituali) e Ishvara Pranidhana (devozione costante a Dio).
  3. Asana si riferisce alle posizioni dello yoga, ma nella pratica iniziale di Patanjali si riferiva alla padronanza del corpo per sedersi e meditare. La pratica delle asana è nata otto secoli dopo e ha aiutato i discepoli a preparare il corpo alla meditazione.
  4. I pranayama sono tecniche di respirazione yoga che hanno lo scopo di controllare il prana o forza vitale.
  5. Pratyahara significa ritiro dei sensi.
  6. Dharana si riferisce alla concentrazione.
  7. Dhyana è la pratica della meditazione.
  8. Samadhi è la fusione con il divino.

La pratica degli otto arti dello yoga viene definita raja yoga, o Sentiero Reale, per distinguerla dall’hatha yoga, che è venuto dopo. Il raja yoga crea quiete e contemplazione mentre il sentiero si snoda lungo gli otto arti, che poi si riconducono ai primi due versi dei sutra, da prakruti a purusha:

Yogas chitta vritti nirodhah
Tada drastuh svarupe vasthanam.

 

Lo yoga consiste nel placare le fluttuazioni della mente.

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