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Come funziona la terapia cognitivo-comportamentale?

Le prime sedute della terapia cognitivo-comportamentale sono dedicate all’assessment, ma è proprio in queste fasi iniziali che è fondamentale che si costituisca quella che viene definita “alleanza terapeutica”. Una buona relazione fra paziente e psicologo, i quali devono lavorare nella stessa direzione per un buon esito di tutto il percorso terapeutico.

Assessment e Contratto Terapeutico

Fra le procedure di assessment vi sono i colloqui ed il primo di essi è importantissimo, perché si conclude con quello che viene detto “contratto terapeutico”. Il terapeuta esplicita il proprio modo di lavorare e fornisce informazioni su come eventualmente si svolgerà la terapia. Ad esempio, le prime sedute saranno esclusivamente dedicate all’assessment, infatti lo psicologo potrebbe anche ritenere necessaria una terapia o preferire un altro tipo di relazione d’aiuto (ad esempio, counselling). Il primo colloquio (che solitamente richiede più di una seduta) serve per capire il reale motivo per cui il cliente si presenta. Solitamente è strutturato in queste fasi (che non seguono necessariamente questo ordine).

Terapia cognitivo-comportamentale: Le fasi del primo colloquio

  • Contatto sociale

Il terapeuta mette a suo agio il cliente con frasi di circostanza.

  • Definizione del problema

Il paziente racconta la sua storia (che ormai è diventata un “copione”, perché narrata chissà quante volte) e il terapeuta ascolta nel modo più empatico possibile. Si cerca di arrivare ad una definizione consensuale del problema presentato.

  • Esplorazione delle motivazioni alla base del problema

Si invita il soggetto a fornire tutte le possibili spiegazioni che egli stesso ha dato circa le possibili cause del problema.

  • Definizione del cambiamento

Il paziente deve esplicitare chiaramente in che modo pensa di cambiare (e quindi di risolvere il problema) grazie alla terapia. Se quest’idea di cambiamento è vaga è probabile che l’esito della terapia non sia quello auspicato.

  • Fase delle aspettative

Che cosa si aspetta il cliente dall’intervento dello specialista.

  • Fase predittiva della terapia (definizione della motivazione)

Questa fase è cruciale, perché il paziente deve fare una sorta di dichiarazione di intenti. Deve garantire impegno e partecipazione. Se il terapeuta non ritiene il cliente abbastanza motivato dovrebbe rinunciare all’incarico.

  • Analisi dei tentativi di risoluzione del problema da parte del cliente

Sicuramente la persona che si presenta dallo psicoterapeuta ha già tentato diverse strategie per risolvere il problema. E’ compito del terapeuta capire se tali strategie sono potenzialmente efficaci ma rese inutili da qualche errore di esecuzione o se esse erano totalmente inadeguate.

  • Fase del contratto terapeutico

Definizione di tutti gli aspetti della terapia, da quelli fondamentali a quelli (solo apparentemente) di secondaria importanza (costi, tempi, assenze, etc.). Sottoscrizione di un vero e proprio contratto che prevede l’accettazione di tutte le condizioni poste dal terapeuta (dalla puntualità alla motivazione).

terapia coglitivo-comportamentale: colloquio

Una volta stipulato il contratto terapeutico e terminato l’assessment (ciò richiede almeno 5-6 sedute), il terapeuta cognitivo-comportamentale inizierà il lavoro vero e proprio con il cliente, con interventi e strategie perfettamente calibrate per ogni singolo caso.

Terapia cognitivo-comportamentale contro ansia, fobie e dipendenze

La terapia cognitivo-comportamentale tratta ogni tipo di problema psicologico ma è particolarmente nota per l’efficacia nel trattamento dei disturbi di ansia, delle fobie, delle dipendenze, dei disturbi alimentari, dell’aggressività e dei disturbi di carattere sessuale. Il terapeuta cognitivo-comportamentale, inoltre, è favorevole agli interventi multidisciplinari. Quindi può, a seconda delle circostanze, collaborare con altri specialisti come, nel caso di disturbi di tipo psicotico (schizofrenia), lo psichiatra.

In questo caso la psicoterapia sarà affiancata dalla terapia farmacologica. Durante le sedute vengono utilizzate le tecniche più disparate:

  • Role playing

Terapeuta e cliente interpretano diversi ruoli, spesso invertiti, rappresentando scene relative a situazioni problematiche, in modo tale che quest’ultimo impari ad affrontarle autonomamente e senza ansia.

  • Modelling

Il terapeuta funge da modello per mostrare il modo migliore di comportarsi nelle circostanze problematiche

  • Diari

Essi possono essere di vario genere, a seconda dell’intervento terapeutico. Servono per monitorare i progressi, per individuare i punti più importanti sui quali impostare il lavoro e soprattutto, per tenere il cliente sempre impegnato nella terapia.

  • Problem solving e decision making

Utile per affrontare e risolvere nel modo più razionale ed efficace i problemi della vita.

  • Tecniche prettamente comportamentiste

sposizione e desensibilizzazione sistematica, rinforzo differenziale, etc.

  • Tecniche di rilassamento

Rilassamento muscolare progressivo di Jacobson.

  • Training di vario tipo (ad esempio sulla comunicazione assertiva)

Fondamentale per persone timide, ansiose o depresse è saper comunicare apertamente emozioni, pensieri e sentimenti. Grazie a questo training il cliente impara a farlo senza essere passivo o, al contrario, aggressivo.

  • Biofeedback

Grazie a strumenti tecnologici che monitorano alcune funzioni vitali come respirazione, frequenza cardiaca, tensione muscolare, il cliente impara a controllarle. Inoltre tali strumenti forniscono un indice dell’efficacia della terapia. Ad esempio, un soggetto ansioso che nel corso delle terapie non riesce ad abbassare il livello di tensione muscolare, sicuramente non sta ricavando benefici dalla psicoterapia) e molte altre che per ovvie ragioni non possono essere riportate.

 

A cura del Dott. Aldo Gabardo

 

 

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