Per Ellis le convinzioni irrazionali e le doverizzazioni sono sempre alla base del malessere psicologico, egli ha notato che esse contengono tutte uno o più elementi comuni e le ha raggruppate in queste categorie:
- Catastrofizzazioni: “è tremendo che stia perdendo i capelli!”
- Insopportabilità o intolleranza: “non sopporto che il mio amico mi critichi così!”
- Sentimenti di inutilità o odio verso se stessi: “se non ho superato questo esame non valgo nulla!”
- Sentimenti di demerito o autocondanna: “ho tradito la mia compagna, non avrei assolutamente dovuto farlo, sono una persona malvagia e merito una punizione!”
- Convinzioni assolute del tipo o tutto o niente: “se non ho superato la mia ansia da prestazione questa volta, vuol dire che non la supererò mai e non avrò mai più un rapporto sessuale decente.”
- Convinzioni riguardanti la propria perfezione o grandiosità: “se non sono una persona speciale, la migliore di tutte allora non valgo niente e sono una nullità!”
Doverizzazioni e Convinzioni irrazionali
Ellis si rese conto però che tutte queste convinzioni irrazionali potevano essere ricondotte a quelle che ha definito doverizzazioni, esse possono riguardare noi stessi: “Devo agire al meglio ed essere approvato dalle persone a cui tengo, altrimenti sono un incapace e ciò è terribile”, gli altri “devono trattarmi bene ed agire come dico io, altrimenti sono degli infami e la devono pagare”. Oppure le nostre condizioni di vita: “Le cose devono andare come voglio e tutto deve essere facile e piacevole altrimenti la vita è insopportabile”.
Terapia Razionale Emotiva (RET) non vuol dire farsi scorrere tutto addosso nel più assoluto menefreghismo con una sorta di appiattimento emotivo, tutt’altro! Significa invece considerare gli eventi per quello che sono, articolando su di essi pensieri razionali che portino a conseguenze emotive adeguate piuttosto che farsi dominare da convinzioni irrazionali che provocano emozioni devastanti.
Messa in discussione delle idee irrazionali (D – Disputing).
Questo processo è suddiviso in tre parti: individuazione (detecting), contestazione (debating), discriminazione (discriminating).
Innanzitutto bisogna individuare le convinzioni irrazionali che provocano in noi emozioni negative come ansia o depressione. Infatti, non è facile capire che stiamo pensando in termini assolutistici e illogici, dominati dalle nostre doverizzazioni.
L’individuazione da sola, l’insight per usare un termine caro alla psicodinamica, non basta per sostituire queste convinzioni nocive espresse in termini di dovere con altre più sane espresse in termini di preferenza.
Bisogna discuterle ponendosi domande che ne dimostrino l’inconsistenza e l’illogicità: questa è la fase della contestazione e si basa sul metodo scientifico.
La terza ed ultima fase della messa in discussione è quella denominata discriminazione fra le idee razionali e quelle irrazionali legate ad un certo evento. Essa è fondamentale per cambiare positivamente le nostre emozioni, i nostri comportamenti e le nostre convinzioni.
La RET non nega il nostro legittimo desiderio di vivere al meglio. E’ normale che noi tutti ci poniamo degli obiettivi. Vogliamo avere un buon lavoro, vogliamo trovare una persona da amare e che ci ami con cui condividere la vita, vogliamo avere intorno persone che ci apprezzano, etc.
Ma se questi obiettivi non vengono raggiunti e i nostri desideri vengono frustrati non è il caso di disperarsi e di rinunciare alla possibilità di essere felici.
Ad esempio è normale che vogliamo sempre ottenere un impiego migliore, ma se un colloquio va male è opportuno pensare che sia un peccato e cercare un modo per fare meglio la prossima volta, piuttosto che ritenere la cosa insopportabile e decidere che ogni altro colloquio andrà male condannandoci a una vita di disoccupazione.
Consapevolezza
La consapevolezza dei pensieri irrazionali non basta per avere un giovamento del proprio stato d’animo. La RET, come ogni psicoterapia, richiede impegno e sacrificio. Soprattutto non si limita a un mero esercizio intellettuale. Essa comprende invece l’utilizzo di tecniche di tipo cognitivo, emotivo e comportamentale. È necessario però sottolineare che, affinché un evento possa causare disturbi emotivi, esso deve frustrare un obiettivo ritenuto molto importante da raggiungere. Ad esempio, essere lasciati da una donna che si pensi sia speciale provoca depressione, mentre la fine di una relazione occasionale non lascia strascichi emotivi.
A questo proposito Ellis introduce il concetto di tolleranza alla frustrazione. Una persona che ne ha poca soffre molto di più di fronte agli eventi avversi della vita, rispetto a chi ne ha molta.
Come individuare le convinzioni irrazionali e le doverizzazioni
Per individuare quali sono le convinzioni irrazionali su un determinato avvenimento è necessario annotare su un apposito diario, specialmente nelle prime fasi della terapia, tutti i pensieri sul fatto in questione. Sia quelli razionali, sia quelli irrazionali che vorremmo modificare. Una volta individuati i pensieri che causano malessere, possiamo sfidarli uno ad uno per dimostrarne l’inconsistenza.
Secondo Ellis ogni volta che si è turbati da ansia, depressione, autocommiserazione o che si agisce contro i propri interessi evitando qualcosa che andrebbe fatto e facendo invece qualcosa che sarebbe meglio evitare è perché si sta pensando in modo ascientifico.
Questi pensieri non scientifici sono solitamente non realistici e negano i fatti della vita. “Se sono gentile con gli altri essi mi ameranno e mi tratteranno bene”. Sono illogici e contraddittori: “Tu mi devi amare perché io lo desidero”). Non si possono nel dimostrare ne’confutare: “Poiché ho fatto del male sono condannato alla dannazione eterna”. “Sono speciale e riuscirò in qualsiasi attività io mi applichi”. Riguardano il merito e il demerito: “Sono una persona per bene quindi mi devono succedere solo cose positive”. Comprendono la convinzione che i pensieri forti ci faranno ottenere buoni risultati nella vita: “se mi condanno completamente per aver fatto una sciocchezza sicuramente agirò meglio in futuro”.