Negli anni ‘50 un affermato psicanalista americano, di nome Albert Ellis, fondò un nuovo approccio alla psicoterapia: la RET (Rational Emotive Therapy), in italiano Terapia Razionale Emotiva. Si rese conto che, nonostante la propria abilità nell’indagare nel doloroso passato dei suoi pazienti e nel trovare le cause dei loro disturbi nevrotici, questo fosse di ben poco giovamento al fine di eliminarli. Questo processo risultava addirittura dannoso, perché questi pazienti finivano per trascurare i problemi attuali recriminando esclusivamente sulle terribili colpe che avevano avuto i propri genitori.
Terapia Razionale Emotiva: Insight per andare oltre
Ellis sebbene fosse stato sempre convinto che il semplice insight, la comprensione delle cause remote dei problemi emotivi, portasse il paziente a rimuoverle, con un’immediata riduzione dei disturbi ad essi associati, egli si rese conto che questa convinzione era sbagliata. Indagare sul passato aveva un’utilità relativa. Iniziò a far vivere i suoi pazienti nel presente e farli concentrare sui problemi attuali, perché non erano stati i rimproveri del padre o lo scarso affetto della madre a causare tali problemi, ma il modo in cui loro pensavano ad essi. Questo cambiamento di prospettiva portò immediatamente a dei risultati prodigiosi, con un netta diminuzione dei disturbi di tutti i suoi clienti.
Che il nostro modo di reagire emotivamente ed il nostro comportamento siano influenzati dalla nostra visione della realtà, cioè da come percepiamo, interpretiamo e valutiamo ciò che accade, era già stato affermato dai grandi maestri orientali come Confucio, Lao Tze e Buddha e dai filosofi stoici come Epitteto e Marco Aurelio. Ma Ellis è stato in grado di applicare questo assunto alla psicoterapia con risultati eclatanti.
Pensiero, emozioni e comportamento
Pensiero, emozioni e comportamento sono strettamente correlati. Se è vero che alcune emozioni sono state scatenate da eventi esterni o interni all’individuo, il loro perdurare o intensificarsi è, però, influenzato dai pensieri.
La forte influenza cognitivo-comportamentale sulla Terapia Razionale Emotiva è evidente. Essa contempla tecniche cognitive, comportamentali, ma anche emotive e immaginative. Alcune possono essere più adatte per un determinato individuo o funzionare meglio in un certo periodo della terapia. Ma se si è in grado di padroneggiarle tutte, è possibile superare qualunque evento della vita senza ripercussioni psicologiche.
Secondo Ellis, delusioni, dolori, fallimenti e frustrazioni sono inevitabili e ineliminabili. La vita è difficile e nessuno lo nega. Essa però può essere resa migliore tramite la logica e l’impegno. Mai perfetta, ma ciò non è terribile ne’ tremendo, è solo duro e difficile.
A cura del Dott. Aldo Gabardo