Biancastella ci presenta storie di relazioni per “specchiarci”, riconoscerci e conoscerci… Attraverso la lettura ascoltiamo, osserviamo, sentiamo… E forse attraverso la storia di Isabella e Giorgio con Corrado e della loro relazione all’interno di questo tipo di famiglia, scopriamo qualcosa di noi e del nostro modo di relazionarci!
La storia di Isabella, Giorgio e… Corrado
Isabella e Giorgio sono una simpatica e piacevole coppia di mezza età. Lui funzionario in banca, lei in un ministero. Hanno due figli: una femmina, giovane fisioterapista e Corrado che frequenta, senza infamia e senza lode, l’ultimo anno di liceo.
Dice papà: “Due bravi ragazzi che non hanno mai dato particolari problemi.“
Dice mamma: “Splendidi, sono i miei gioielli, come potrei vivere senza di loro…”
Purtroppo, improvvisamente, in questo quieto quadretto familiare, irrompe la malattia di Isabella. O meglio, le “malattie”! Perché i suoi mali hanno caratteristiche particolari. Sempre violenti, invalidanti, in qualche modo, “misteriosi”. Tutto era iniziato con un disturbo agli occhi. Isabella si spaventa moltissimo, ma è “brava”, ragiona, inizia il giro dei medici, poi degli specialisti, analisi sempre più sofisticate e costose.
La famiglia si attiva, tutti le stanno vicini.
Ma, piano piano, dopo mesi molto impegnativi, fortunatamente, il disturbo si attenua, quasi non se ne parla più… ma il sollievo dura poco. Altrettanto improvvisamente e misteriosamente, una gamba, ad ogni movimento, fa urlare di dolore la povera Isabella. Si ricomincia col giro degli specialisti, esami medici di tutti i tipi possibili e immaginabili. Le diagnosi arrivano, ma non sempre sono concordanti, Isabella soffre molto, è quasi immobilizzata. E poi… Lo stomaco: bruciori, difficoltà a digerire, stanchezza diffusa, la notte non si dorme più.
Un’ansia maligna serpeggia in famiglia, tutti si preoccupano, tutti si mobilitano, ma…
Ma Giorgio al mattino si deve alzare. Una faticosa giornata di lavoro lo attende e non può continuare ad assentarsi per accompagnare Isabella. È addolorato per sua moglie, ma non riesce, “non può” mantenere il suo posto accanto a lei. Le visite mediche si susseguono, “fortunatamente”… c’è Corrado!
Ha appena preso la patente, può accompagnare mamma dappertutto, le sta vicino, è un “bravissimo” figlio e mamma è molto fiera di lui! Pazienza se a scuola va sempre peggio, pazienza se va sempre meno a giocare a calcetto. E, pazienza se, piano piano gli amici non lo chiamano più. Si isola, ma accompagna mamma, papà Giorgio si sente tranquillo, la sorella grande prosegue la sua vita. Isabella soffre ed è grata a questo figlio sempre vicino e disponibile per lei!
Una famiglia psicosomatica
Chiamiamo queste famiglie “psicosomatiche”. Al tempo di Freud, i sintomi di Isabella sarebbero stati definiti “isterici” ma è raro, ai nostri tempi, con una scienza medica sempre più tecnologica e specialistica, che questo termine venga usato!
È chiaro che Isabella soffre, ma la sua sofferenza è funzionale ad un sistema familiare dove, “grazie ai suoi sintomi”, ognuno trova una propria “patologica” sistemazione all’interno della famiglia.
Il matrimonio tra Giorgio e Isabella, in una fase di comprensibile stanchezza, non viene messo in discussione. Giorgio è pienamente giustificato nel suo lento ma inesorabile “allontanamento” dalla pesante atmosfera familiare ed Isabella soffre ma non deve affrontare le ben più dolorose problematiche sul suo rapporto con Giòrgio.
La figlia grande prosegue tranquilla il suo processo di “svincolo” da una mamma diventata un po’ impegnativa. Corrado, senza minimamente rendersene conto, ha “risolto” una serie di problemi. Può evitare di affrontare le sue fatiche scolastiche e di socializzazione. Finalmente è del tutto giustificato, perché… deve occuparsi di mamma!
È soltanto con uno sguardo “allargato” a tutta la famiglia che possiamo inquadrare meglio le pesanti problematiche dei suoi vari componenti ed è soltanto con una approfondita presa di coscienza delle difficoltà personali e di relazione fra tutti loro che Isabella potrà, finalmente, liberarsi dalla “patologica necessità” di…… Ammalarsi!!!
Scritto da Biancastella
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