Che cosa significa per te vivere una vita di libertà? La maggior parte delle persone pensa alla libertà come all’assenza di vincoli esterni e alla possibilità di fare ciò che si vuole in ogni situazione.
Ma la libertà ha un significato piuttosto diverso. Il Buddha ha parlato della nostra libertà essenziale di mente e cuore come della capacità di rimanere aperti, svegli e amorevoli in qualsiasi circostanza.
Una vita di libertà accessibile a te
La vita porterà sempre dolore, perdite e difficoltà. Ma a prescindere da ciò che ci capita, possiamo sempre scegliere come reagire. Questa è la nostra libertà di base. Possiamo reagire secondo schemi malsani e limitanti, che creano ulteriori impicci e sofferenze, oppure possiamo affrontare il momento con compassione, accettazione e spaziosità interiore. Quando riusciamo a mantenere la mente e il cuore aperti in qualsiasi circostanza, allora abbiamo davvero trovato la libertà.
Descriverei l’opposto della libertà come un senso di costrizione interna. E la nostra ricerca di una vita di libertà potrebbe esssere il viaggio dalla costrizione alla “vita reale”, una vita di espansione e liberazione. È un viaggio che si svolge all’interno di noi stessi.
In un certo senso, questo viaggio da un luogo ristretto all’espansione e alla libertà è al di fuori del tempo e dello spazio. Possiamo attraversare questa distanza apparentemente scoraggiante con un pensiero. Possiamo percorrerla senza accumulare alcun chilometraggio, ricordando in questo momento ciò a cui teniamo veramente, o ricordando in questo momento la fonte della nostra felicità più profonda, o tornando in questo momento al nostro sé essenziale.
In questo senso, la libertà è sempre a nostra disposizione, sia che ci troviamo nella cella di una prigione sia che ci godiamo una vita di privilegi e comodità.
Sciogliersi nella libertà
Il Buddha è arrivato a capire che ciò che siamo è un flusso di esperienze in continua evoluzione. E quando ci aggrappiamo alle nostre idee, credenze, ruoli e identità, congeliamo la realtà, trasformando l’acqua che scorre in ghiaccio, e poi ci ritroviamo schiacciati e legati, chiusi in piccole celle. I nostri bordi freddi e taglienti diventano una prigione. Noi siamo qui dentro e tutto il resto è là fuori.
Intesa in questo modo, la libertà non riguarda tanto l’ottenere o il diventare, quanto lo sciogliersi. Quando allentiamo la presa e passiamo al non sapere (o almeno al non essere così sicuri), abbiamo l’opportunità di liberarci dalla prigione autoimposta dell’ignoranza. Ammorbidendoci e sciogliendoci, coltiviamo la capacità di ricordare e di tornare alla nostra fonte originaria, oceanica. Da lì possiamo rispondere in modo appropriato e creativo, invece di reagire abitualmente.
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